In alpeggio a sette mesi di vita
Latte in polvere? No, solo fresco

In alpeggio a sette mesi di vita, a 2.000 metri, tra pascoli, laghetti e camosci. Niente latte in polvere ma solo quello fresco appena munto delle vacche. Così era cresciuta Elena Carrara, in alta montagna. Così, oggi, a 23 anni, lei, mandriana, cresce il suo piccolo Thomas.

In alpeggio a sette mesi di vita, a 2.000 metri, tra pascoli, laghetti e camosci. Niente latte in polvere ma solo quello fresco appena munto delle vacche. Così era cresciuta Elena Carrara, in alta montagna. Così, oggi, a 23 anni, lei, mandriana, cresce il suo piccolo Thomas.

Anche a Ferragosto. Nessuna paura dell'isolamento, della lontananza dal paese, dei servizi che mancano o di altro. Qui, a Pian Casere di Branzi, in uno degli scenari naturali più straordinari delle Orobie, a due passi dai Laghi Gemelli, basta l'essenziale: una baita per dormire, viveri per tre mesi, il sostegno di papà Ignazio e mamma Silvia, del fratello Angelo e del compagno Andrea Astori di Dossena. E poi il saluto e il sorriso degli escursionisti di passaggio, pronti sempre a fermarsi, incuriositi da questa giovane famiglia d'alta quota.

Elena durante l'anno è operaia in un ricamificio di Serina. D'estate, invece, sale con la famiglia in alpeggio, da vent'anni qui al baitone e alle casere del comune di Branzi, tra il lago Marcio, il lago Pian Casere e i Gemelli.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 15 agosto

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