Respirò gas per accendini
Ecco perchè morì a 16 anni

È morto per aver inalato il gas butano di una ricarica per accendini, il sedicenne che a gennaio era stato trovato senza vita nella sua camera da letto in un paese al confine con la Valcavallina.

È morto per aver inalato il gas butano di una ricarica per accendini, il sedicenne che a gennaio era stato trovato senza vita nella sua camera da letto in un paese al confine con la Valcavallina.

Una pratica utilizzata solitamente per ricercare uno stordimento simile allo stato di ebbrezza, ma che per il ragazzo si è rivelata fatale: l'adolescente avrebbe perso i sensi, crollando con la faccia sul cuscino, in una posizione che avrebbe reso difficoltosa la respirazione e forse favorito l'aritmia che ha poi portato all'arresto cardiaco. Sono le conclusioni a cui è giunto il dottor Maurizio Merlano, l'anatomopatologo dell'Università di Pavia che aveva compiuto l'autopsia.

L'anatomopatologo ha prima escluso le altre cause: congestione, infarto e i malori che si erano supposti all'indomani della tragedia. Poi ha collegato la presenza del butano nei polmoni con la bomboletta per la ricarica di accendini ritrovata nella stanza del sedicenne.

Cos'è successo, allora, in quella cameretta? È probabile che l'adolescente abbia inalato il gas, in cerca di quell'intontimento molto simile all'ebbrezza. E che abbia perso i sensi finendo con la faccia sul cuscino. In questa posizione ha verosimilmente faticato a respirare e questo deve aver innescato il percorso che da un'aritmia cardiaca ha condotto alla cessazione dei battiti.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 21 agosto

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