Sotto l'Arera zinco e metalli hi-teck
Gli ex minatori: «Pronti a tornare»

«La vera miniera a cui gli australiani guardano è sotto l'Arera, a grandi profondità. Qui ci sono zinco e piombo, ma loro cercano anche le cosiddette "terre rare", elementi chimici utilizzati nelle tecnologie, nell'elettronica, nella ricerca medica».

«La vera miniera a cui gli australiani guardano è sotto l'Arera, a grandi profondità. Qui ci sono zinco e piombo, ma loro cercano anche le cosiddette "terre rare", elementi chimici utilizzati nelle tecnologie, nell'elettronica, nella ricerca medica».

Lo dicono gli ex minatori, lo ripete Luigi Furia, ex sindaco di Gorno, all'indomani degli annunciati progetti di riapertura delle miniere della Val del Riso e di Oltre il Colle da parte della Energia Minerals, società australiana di West Perth.

Sabato sera, nella sala della biblioteca di Oltre il Colle - caschetto ancora in testa e lampada all'acetilene tra le mani - loro, gli ex lavoratori del sotterraneo orobico, innamorati delle miniere chiuse dal 1982, si sono presentati per ascoltare Luigi Furia, autore del libro che racconta la storia mineraria bergamasca.

E per capire questo rinnovato interesse attorno ai 250 chilometri di gallerie che in un secolo sono state scavate tra la Val del Riso e la Val Parina, tra Gorno e Oltre il Colle. Qualcuno ci crede, altri restano più scettici.

Ma in tutti c'è l'auspicio che le miniere possano tornare a vivere, magari convivendo con un parziale utilizzo anche a fini turistici. I tempi sono cambiati, i pericoli e la fatica di un tempo non ci sarebbero più. Secondo loro i giovani pronti a scendere sottoterra ci sono.

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