Rovetta: deposito del calcio
distrutto da incendio, forse doloso

Fra le macerie fumanti non sono stati trovati né recipienti di benzina né stracci imbevuti di sostanze infiammabili. Per questo chi indaga non conferma l'origine dolosa dell'incendio che ha ridotto a uno scheletro di lamiere il magazzino dell'Unione sportiva Rovetta.

Fra le macerie fumanti non sono stati trovati né recipienti di benzina né stracci imbevuti di sostanze infiammabili. Per questo chi indaga non conferma l'origine dolosa dell'incendio che ha ridotto a uno scheletro di lamiere il magazzino dell'Unione sportiva Rovetta.

Eppure gli indizi ci sono tutti: i vetri del vicino spogliatoio sono stati infranti, le chiavi non sono più appese al muro. Sono queste tracce ad allungare un'ombra su quanto successo poco dopo le 17 di domenica 25 agosto: dal deposito, situato vicino alle scuole e al campo sportivo, si è alzata una densa colonna di fumo, visibile a centinaia di metri di distanza.

Nel frattempo tutto intorno si diffondeva un odore acre. Erano le maglie sintetiche dei calciatori del Rovetta (tutti) in fiamme. Prima di sistemarle qui, in primavera, le avevano fatte lavare e stirare; ora erano pronti ad indossarle di nuovo per i primi calci del campionato che inizia fra pochi giorni.

Sono state tutte bruciate dalle fiamme che hanno avvolto il piccolo magazzino e che non hanno risparmiato nemmeno i palloni e le altre attrezzature sportive della società. I vigili del fuoco, partiti dalla vicina stazione di Clusone, sono arrivati a Rovetta in pochi minuti: hanno lavorato con due squadre e, grazie al supporto di un'autobotte, in poco più di un'ora hanno spento l'incendio e bonificato l'area. Il loro intervento ha evitato anche che le fiamme si propagassero al vicino spogliatoio.

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