Va in montagna a sparare
Porto di pistola: denunciato

Probabilmente pensando di essere in una specie di poligono di tiro naturale e immaginando di non essere sentito si è messo a sparare con la pistola a 2.000 metri di quota, nel cuore delle Orobie. È stato denunciato dalla polizia provinciale.

Probabilmente pensando di essere in una specie di poligono di tiro naturale e immaginando di non essere sentito si è messo a sparare con la pistola a 2.000 metri di quota, nel cuore delle Orobie. È stato denunciato dalla polizia provinciale.

Tutto è iniziato quando alla polizia provinciale è arrivata la segnalazione che due persone stavano esplodendo ripetuti colpi di arma da fuoco in una zona densamente popolata da stambecchi e camosci, in località Valle del Salto, nel comune di Valbondione, a circa 2.100 metri di quota nel cuore del Parco delle Orobie bergamasche. I due si erano poi avviati sul tratto di sentiero delle Orobie che conduce al Rifugio Brunone.

Le circostanze hanno indotto gli agenti a ritenere possibile un atto di bracconaggio sulla fauna selvatica: una pattuglia del Nucleo ittico-venatorio della polizia provinciale, insieme alla vigilanza volontaria venatoria, ha risalito il sentiero che da Fiumenero (Valbondione) conduce al rifugio Brunone.

I due sono stati individuati mentre lasciavano il rifugio per dirigersi nuovamente sul sentiero che porta alla località Valle del Salto – dove erano stati osservati precedentemente - e da lì al Passo di Valsecca, a  2500 metri di quota, spartiacque tra la Valle Seriana e la Valle Brembana.

Fermati dalla polizia provinciale, i due si sono dichiarati escursionisti che stavano trascorrendo due giorni di vacanza: hanno negato la presenza di armi e munizioni. Ma nel corso del controllo dello zaino di uno dei due (un quarantenne residente in provincia di Milano), è stata trovata una pistola semi-automatica calibro 9x21 con inserito il relativo caricatore contenente 8 colpi, altri 13 colpi carichi, 7 bossoli, un machete e un coltello pieghevole.

Arma e munizioni sono risultate regolarmente denunciate, ma il milanese era titolare del solo porto d'armi a uso sportivo, che prevede il trasporto dell'arma dalla propria residenza al poligono di tiro, e non il trasporto, la detenzione e l'uso dell'arma in alta montagna, in luoghi di pubblico passaggio e all'interno di rifugi.

Alla fine il 40enne ha ammesso le proprie responsabilità: in considerazione del tipo di arma corta e dei proiettili utilizzati, di per sé inidonei all'attività venatoria, ma anche dal sopralluogo effettuato sul punto di sparo, è stato escluso un possibile atto di bracconaggio su fauna selvatica.

Gli hagenti hanno proceduto pertanto al sequestro penale dell'arma comune da sparo, delle munizioni e dei bossoli, del machete e del coltello pieghevole, contestando i reati di porto abusivo di rmi comuni da sparo in luogo pubblico (art.4 e 7 della Legge 895/67), porto senza giustificato motivo di armi proprie di punta e da taglio (art.4 della Legge 110/75).

“A seguito dell'azione di controllo svolta sul territorio bergamasco dalla polizia provinciale - commenta l'assessore alla Polizia provinciale Fausto Carrara - si è realizzato questo intervento nel corso della quale sono stati accertati reati in materia di armi. Non posso che ringraziare il personale della polizia provinciale e della vigilanza volontaria che quotidianamente svolge servizi di polizia venatoria a protezione dell'ambiente”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA