Sanità, silenzio da Asl e Bolognini
C'è il nodo San Giovanni Bianco

Pur essendo, al momento, solo una bozza, ha innescato un acceso dibattito la proposta di riforma della sanità formulata dal presidente della commissione consiliare Fabio Rizzi (Lega). Tra le previsioni del lumbard, l'unione dell'Asl di Bergamo con quella di Brescia.

Pur essendo, al momento, solo una bozza, ha innescato un acceso dibattito la proposta di riforma della sanità formulata dal presidente della commissione consiliare Fabio Rizzi (Lega). Tra le previsioni del lumbard, l'unione dell'Asl di Bergamo con quella di Brescia (che diventerebbe anche la sede delle due) e una diversa gestione delle aziende ospedaliere orobiche, con l'eliminazione di Seriate.

In molti vogliono dire la loro su un tema tanto delicato, ma non i diretti interessati: «Preferirei non commentare», dice il direttore generale dell'Asl di Bergamo, Mara Azzi, mentre ancora più tranciante è il direttore generale del Bolognini, Amedeo Amadeo: «Adesso è il momento di lavorare non di chiacchierare. Noi siamo dei tecnici non facciamo i politici».

L'ipotesi di Rizzi contempla anche un allargamento fino a Chiari, Orzinuovi, Rovato e Manerbio (nel Bresciano) dell'Azienda ospedaliera di Treviglio, alla quale è legato uno dei nodi storicamente insoluti della sanità bergamasca: l'ospedale di San Giovanni Bianco.

«Prima o poi dovrà essere afferito all'Azienda ospedaliera di Bergamo. Non vedo altre soluzioni» dice Vittorio Milesi, sindaco di San Pellegrino Terme e membro del Comitato «Diamo un futuro all'ospedale di San Giovanni Bianco», evidenziando come la posizione geografica, la storia, la collaborazione già in atto con Bergamo e la voce dei cittadini della valle non diano supporto alla validità del legame con l'Azienda ospedaliera di Treviglio.

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