Balto adottato grazie al Web
Passa da Bergamo la staffetta

Si chiama Balto ed è un meticcio di Huskye. È uno dei molti cani sottratti alla strada da una delle tante sezioni della Lav, la Lega anti vivisezione. Per arrivare dai suoi nuovi padroni è stata attivata una staffetta che passa anche da Bergamo.

Si chiama Balto ed è un meticcio di Huskye. Ha il pelo chiaro, solo nove mesi di vita e occhi scuri che conquistano al primo sguardo. È uno dei molti cani abbandonati e sottratti alla strada da una delle tante sezioni della Lav, la Lega anti vivisezione italiana. In questo caso si tratta della sezione di Enna, operosa comunità di volontari coordinati da Lorena Sauli, che conta numerosi sostenitori in terra siciliana, ma anche nel resto paese.

Attraverso il passa parola della fitta rete di Facebook, la storia di Balto, cucciolo trovato per strada e oggetto di percosse, ha fatto il giro del web. In poche ore si è fatta avanti una famiglia di Udine, disposta ad adottarlo e a prendersi cura di lui. Per organizzare l'arrivo di Balto dalla Sicilia, si sono mobilitati molti volontari sparsi sul territorio che si sono organizzati con delle staffette per dividersi il lungo viaggio che lo avrebbe condotto a migliaia di chilometri di distanza.

Anche Simona, una volontaria di Bergamo, ha dato il suo attivo contributo alla spedizione e si è recata all'aeroporto di Linate dove Balto è giunto a bordo di un volo cargo, proveniente da Catania. Dopo il disbrigo delle pratiche doganali, Balto è stato fatto transitare a Bergamo per essere poi accompagnato a Brescia, dove Tommaso, un altro volontario della rete di Facebook, lo ha preso in consegna e portato fino a Venezia dove infine, è stato recuperato dalla sua nuova famiglia che lo ha condotto a destinazione, in provincia di Udine. Uno dei maggiori pericoli che corrono i cani randagi o abbandonati, spiega Lorena Sauli coordinatrice della Lav di Enna, è che vengano uccisi attraverso la somministrazione di cibo avvelenato, una prassi molto diffusa in Sicilia ma anche in altre regioni italiane. Si tratta di un grave problema che spesso viene ignorato dagli enti competenti che sembrano non rendersi conto di come sia in atto un vero e proprio sterminio di cuccioli abbandonati.

«La storia di Balto - ci svela Simona, la volontaria bergamasca - è fatta di percosse e maltrattamenti, ma adesso, grazie alle tante persone che hanno a cuore gli animali, il suo futuro si prospetta finalmente ricco di serenità e affetto. Ci sono molti cuccioli abbandonati o maltrattati che necessitano di aiuto e sono in cerca di adozione, ma per fortuna negli ultimi anni la mentalità delle persone sta cambiando e la gente si sta dimostrando più sensibile e attenta nei confronti della problematica. I nostri sono solo piccoli gesti d'amore, forse una goccia nel mare, ma vi assicuro che ogni cucciolo salvato equivale a una gioia immensa».

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