Prigioniero, morì di stenti in un lager
Ismaele torna a casa dopo 70 anni

Era alto e forte Ismaele. È morto di stenti in un lager tedesco il 3 maggio 1944. Aveva 32 anni, e a casa – a Seriate, alla Levata – lo attendevano la moglie Ernesta e la figlia Pasquina di soli due anni appena. Ernesta è morta il 15 agosto 1999.

Era alto e forte Ismaele. È morto di stenti in un lager tedesco il 3 maggio 1944. Aveva 32 anni, e a casa – a Seriate, alla Levata – lo attendevano la moglie Ernesta e la figlia Pasquina di soli due anni appena.
Ernesta è morta il 15 agosto 1999, dopo una vita trascorsa nell'attesa del suo Ismaele. «Lo aspettava anche negli ultimi suoi anni – racconta Pasquina –. Lo aspettava e gli pareva a volte  di vederlo arrivare in fondo alla strada. Io le dicevo «mamma, non c'è più, papà e morto"». Allora Ernesta annuiva, e tornava a chiudersi nel suo dolore.

È la metà di agosto del 1943 quando Ismaele Angeloni viene richiamato alle armi: un bacio alla bambina, un abbraccio forte alla moglie, un «torno presto» sussurrato. Parte per Acqui Terme, in provincia di Alessandria. Ernesta scrive subito al governo italiano che la presenza di ismaele è necessaria a casa, per il sostentamento della famiglia, essendo l'unico componente che lavora. Da Roma silenzio: la guerra può più della ragione.
L'8 settembre 1943, il governo Badoglio firma l'armistizio con le forze angloamericane, ma quello che sembrava la fine di una sciagura diventa l'inizio di un tragico calvario per 815 mila soldati italiani catturati e fatti prigionieri dai tedeschi: molti di loro moriranno nei lager. Tra loro c'è Ismaele, che viene fatto prigioniero e portato in Germania su un treno merci stipato all'inverosimile. Un viaggio allucinante: Ismaele riesce a mandare un messaggio a casa buttando da una fessura del vagone un foglietto in cui saluta i suoi cari.

Il suo comando tedesco è kriegsgefangenen lager- stammlager VI G. Lo mettono a lavorare in fonderia. D'inverno il sudore gela sulla schiena. Il fisico di Ismaele soffre, gli stenti lo debilitano. Lui a casa scrive che sta bene, che a Pasqua è andato a Messa e ha fatto la Comunione. Ma Ismaele sta male. Per un capriccio del destino viene messo nella baracca degli ammalati e destinato al rientro a casa, perché non è più in grado di lavorare per il Reich. Ma muore prima di ripartire. Il comunicato ufficiale delle SS scrive di un improvviso peggioramento delle condizioni di salute. Ma il cappellano confiderà ai familiari che gli ammalati non erano curati ed eramo sistemati peggio degli animali.

Ismaele muore il 3 maggio 1944. Viene sepolto a Gross-Fullen, cimitero italiano catalogato con l'irridente iperbole «d'onore», nel riquadro 3 fila R tomba 27. Il 15 aprile 1958 la salma viene trasferita nel cimitero italiano ad Amburgo. Nel 1998 mamma Ernesta induce la figlia ad andare ad Amburgo a vedere la tomba del marito e padre: «Ha voluto che andassi a tutti i costi ed è stata lei a pagarmi il viaggio in aereo». Pasquina trova la tomba e la lapide. Raccoglie una manciata di quella terra che avvolge papà e la porta a casa. Mamma Ernesta la custodirà in un vasetto come una reliquia. Quando muore, vuole che quella terra sia messa accanto a lei nella bara.

Ma adesso Ismaele torna. Le operazioni di rimpatrio sono state organizzate dall'Associazione famiglie dei caduti e dispersi in guerra, la sezione di Seriate ha collaborato a una dignitosa accoglienza. I resti mortali (previo pagamento di 1.200 euro a seguito di una legge che sblocca la sepoltura definitiva ad Amburgo) arrivano domani alla base del Reggimento Aves Aquila di Orio al Serio, e saranno consegnati ai familiari alla presenza delle autorità militari e civili fra cui il vicesindaco di Seriate Nerina Marcetta e l'assessore alla Cultura e tradizioni Ferdinando Cotti. Pasquina porterà finalmente i resti di papà in quella casa da cui è partito 70 anni fa. Resterà lì fino a sabato, quando ci sarà la cerimonia ufficiale sul sagrato della chiesa parrocchiale, fra i labari delle associazioni, cui seguirà la Messa. Quindi in corteo si raggiungerà il cimitero e Ismaele Angeloni sarà tumulato nello stesso loculo dove si riposa la moglie Ernesta.

Il vicesindaco Marcetta deporrà una corona di alloro: «È un momento significativo per la comunità seriatese – dice – che tratta con rispetto un uomo che ha dato la vita per la patria. È un momento importante per la famiglia Angeloni, a cui le atrocità della guerra hanno tolto uno dei propri cari condizionandone l'esistenza».

Emanuele Casali

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