Cronaca
Mercoledì 02 Ottobre 2013
L'Iva si sente sulla benzina
Ancora nuovi rincari
Brutto risveglio per gli italiani, con il primo effetto-Iva scaricato immediatamente sul pieno di benzina. Alla mezzanotte - con il passaggio dell'Iva - i listini di molti distributori di carburanti sono stati già ritoccati al rialzo di 1,5 centesimi al litro.
Brutto risveglio per gli italiani, con il primo effetto-Iva scaricato immediatamente sul pieno di benzina. Alla mezzanotte - con il passaggio dell'Iva - i listini di molti distributori di carburanti sono stati già ritoccati al rialzo di 1,5 centesimi al litro. Un prologo che la dice lunga sulle ripercussioni che l'innalzamento dell'aliquota ordinaria dell'imposta sul valore aggiunto, dal 21 al 22%, in vigore da oggi, avrà sulle tasche delle famiglie. Le stesse compagnie petrolifere si sono mosse in ordine sparso nel ritocco dei listini: l'aumento c'è, ma non nella stessa misura, dice Staffetta quotidiana.
L'aumento Iva è «una mazzata, risultato dell'atteggiamento irresponsabile dei partiti che sostengono l'Esecutivo delle tasse guidato da Letta», dicono i M5S. «Per il nostro settore è una sciagura, purtroppo non è stato possibile evitarlo e adesso ne avremo le conseguenze», evidenzia il presidente dell'associazione delle industrie alimentarli Filippo Ferrua, secondo il quale un punto di Iva si traduce in 700 milioni di incremento su base annua, perché va ad incidere su circa 70 miliardi di prodotti. Benzina e trasporti assorbiranno la quota maggiore (35 euro in più l'anno), la casa e la sua manutenzione costeranno almeno 27 euro, abbigliamento e calzature non meno 26,60 euro, calcolano Federconsumatori e Adusbef, che giudicano l'operazione Iva «deleteria ed estremamente dannosa per l'intera economia. La priorità assoluta di un Governo responsabile deve essere quella di cancellare tale incremento».
L'alzata di scudi d'altra parte è unanime: il presidente Confcommercio Carlo Sangalli chiede di sospendere l'aumento fino al primo gennaio 2014, che equivarrebbe a «lasciare in tasca ai cittadini un miliardo di euro», precisa, dicendo no a una rimodulazione delle aliquote, «se serve solo a nascondere un aumento della pressione fiscale».
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