Da Paladina al Madagascar
Serena: «Qui una vita magica»

La natura incontaminata, persone che pur di fronte alla difficoltà di vivere in un paese del terzo mondo sanno regalare sorrisi e voglia di vivere. Sono queste le ragioni che hanno spinto Serena Benaglia, 22enne di Paladina, ad andare a vivere in Madagascar.

La natura incontaminata del Canale del Mozambico, capace di offrire incontri emozionanti con megattere e squali balena, in una nuvola di pesci di ogni genere, colore e dimensione. Ma, soprattutto, persone che pur di fronte alla difficoltà di vivere in un Paese del terzo mondo sanno regalare sorrisi e voglia di vivere.

Sono queste le ragioni che hanno spinto Serena Benaglia, 22enne di Paladina, ad andare a vivere in Madagascar, dove ha aperto da un paio d'anni il Manta Diving, un centro diving per le immersioni subacquee sulla costa Ovest di Nosy Be.

«Ho deciso di trasferirmi qui – racconta Serena – nell'ottobre 2011: dopo aver conseguito il diploma superiore, ho scelto di viaggiare e nel 2010, in Egitto, ho conosciuto il mio attuale compagno, Emanuele, che ha aperto un mondo davanti a me, quello del mare». Da lì «è scattato il desiderio di provare a vivere in Madagascar per tre mesi per provare lo stile di vita, il rapporto con questo popolo, la cultura e tutto ciò che ti può riservare il terzo mondo. Non appena siamo scesi dall'aereo ho sentito la sensazione di essere a casa. Poi, una volta che sei entrato nel "ciclo malgascio", fatto di ritmi lenti e per nulla stressanti rispetto ai nostri tipicamente europei, è davvero meraviglioso vivere qui. Passeggi per le strade, ogni persona che passa ti saluta con un sorriso e i bambini ti trasmettono una felicità incredibile».

«Non ci sono cose che non apprezzo di questo posto – prosegue Serena – ogni ostacolo che ti trovi davanti lo devi prendere con il sorriso e l'energia di superarlo, come se fosse proprio questa terra a metterti alla prova. Anzi, a volte sono sicura che sia proprio lei a decidere se farti restare o mandarti via. E io mi sento accettata. Chiaro, qui devi saperti presentare in un certo modo, abbandonare lo stile di vita europeo. Qui non servono belle auto, bei vestiti o iPhone. Le ricchezze sono altre: il mare, la gente, il vivere in mezzo alla natura».

Certo, gli ostacoli che si possono incontrare ogni giorno in una terra come il Madagascar per chi fa impresa sono numerosi: «Vivere qui non è facile come uno può pensare, ogni giorno hai a che fare con mille ostacoli, interruzioni di corrente continui che ti obbligano a passare le serate a leggere un libro, cucinare e lavare i piatti con la pila frontale in testa o a lume di candela. Senza contare il fatto che senza elettricità non puoi lavorare, e quindi ti ritrovi a dover chiamare gli altri abitanti della zona nella speranza che a qualcuno funzioni ancora. Oppure, ogni tanto accade che sull'isola non ci sia benzina, e quindi il giorno dopo (o anche tre o quattro, dipende da quando arriva il rifornimento) devi fare cinque ore di coda al distributore per fare la scorta».

«In Madagascar – continua il racconto – non esiste assolutamente l'ansia che caratterizza ogni nostro movimento in Europa. Qui c'è una parola che descrive benissimo la filosofia della gente: "mora mora", che significa "piano piano". Qui tutto è "mora mora", e quindi è inutile farsi sopraffare dall'ansia di rispettare i tempi e fare le cose di corsa. Se hai un appuntamento alle 15, sai comunque che potresti dover aspettare mezz'ora. E al tempo stesso, se hai chiamato l'idraulico e non riesci a essere a casa all'ora stabilita, sai che lui ti aspetterà dormicchiando sotto una pianta».

A tornare a Paladina, per il momento, Serena proprio non ci pensa. «Anche se – ammette – a 10 mila chilometri di distanza mi mancano molto i miei genitori e tutta la mia famiglia, cani compresi... Voglio a tutti un bene immenso, ed è grazie al loro sostegno che ora sono qui a realizzare il mio sogno. Con il passare del tempo, stando lontana mi perdo eventi unici, come la nascita del mio bellissimo nipotino Diego, alla quale purtroppo non ho potuto assistere. D'altra parte, è anche vero che stando così lontana capisci molto di più il significato e il valore della famiglia. E così, quando torno in Italia, diventa un'emozione persino stare sul divano con mia mamma e mio papà, cose che per le altre persone sono del tutto normali».

E il futuro? «Questa è una terra meravigliosa – concluda Serena – ma non credo di passarci il resto della mia vita: il mondo è davvero grande, e vorrei poter avere la possibilità di inoltrarmi in altre culture. Ma per qualche anno ancora credo che il mio futuro sia qui, in Madagascar».

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