Cartiera Cama esplosa a Lallio
In 4 patteggiano. Pene fino a 2 anni

Prime condanne ieri mattina in udienza preliminare per l'esplosione che, il 25 novembre 2011 a Lallio, aveva devastato la cartiera Cama, uccidendo sul colpo Rosario Spampinato, operaio di 50 anni. Quattro degli indagati, oltre alla stessa cartiera, hanno patteggiato la pena.

Prime condanne ieri mattina in udienza preliminare per l'esplosione che, il 25 novembre 2011 a Lallio, aveva devastato la cartiera Cama, uccidendo sul colpo Rosario Spampinato, operaio di 50 anni. Quattro degli indagati, oltre alla stessa cartiera, hanno patteggiato la pena.

Per altri quattro indagati invece l'udienza preliminare è stata aggiornata al 21 novembre, probabilmente per discutere il rito abbreviato. Nel frattempo le parti civili, e in particolare i familiari dell'operaio, sono stati risarciti e quindi ieri hanno revocato la costituzione nel processo.

A patteggiare la pena davanti al gup Giovanni Petillo sono stati Giancarlo Galbiati, 72 anni di Vigevano, legale rappresentante della cartiera; Giovanni Mina, 64 anni di Boffalora Sopra Ticino (Milano), direttore dello stabilimento di Lallio; Eugenio Gotti, 58 anni di Lallio, e Maurizio Campanati, 68 anni di Imbersago (Milano), che si sono succeduti come responsabili del servizio prevenzione della cartiera, il primo dal '97 al 2008 e il secondo da quella data in poi, accusati tutti in concorso e per i diversi ruoli di omicidio colposo e disastro colposo.

Galbiati e Mina sono stati condannati a due anni di reclusione ciascuno; per i due ex addetti alla prevenzione un anno, nove mesi e 10 giorni di reclusione. Per tutti pena sospesa. Ha patteggiato anche la cartiera: in tutto 50.052 euro di ammenda.

Alla prossima udienza dovranno comparire Antonio Buccino, 71 anni di Monza, responsabile dal '99 al 2007 del dipartimento ex Ispesl; Giovanni Ceglia, 42 anni di Osio Sotto, e Antonio Casillo, 41 anni di Torre Boldone, entrambi ispettori dell'ex Ispesl; e infine Alfredo Sertori, 61 anni di Sorisole, responsabile del Sisl (servizio impiantistica sicurezza del lavoro) dell'Asl di Bergamo dal 2002 al 2011: oltre all'omicidio e al disastro colposo a loro è contestata - essendo pubblici ufficiali - anche l'omessa denuncia di reato.

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