Macellerie da incubo a Romano
Raffica di contravvenzioni e diffide

Diecimila euro di multe comminate insieme ad alcune diffide: è la conclusione di una serie di controlli congiunti fatti in queste settimane dalla polizia locale e dal Servizio di medicina veterinaria dell'Asl, in otto macellerie di Romano.

Diecimila euro di multe comminate insieme ad alcune diffide: è la conclusione di una serie di controlli congiunti fatti in queste settimane dalla polizia locale e dal Servizio di medicina veterinaria dell'Asl, in otto macellerie di Romano.

Nella città della Bassa, negli ultimi anni, si è registrato un notevole aumento dei negozi gestiti da cittadini stranieri che vendono anche carni di varia origine. I titolari di questi negozi sono soprattutto di nazionalità egiziana, marocchina, cinese e filippina. L'operazione si inserisce in un programma di controlli che riguarda i negozi di alimentari cittadini, indipendentemente dalla nazionalità del gestore, a tutela dei consumatori.

Delle otto macellerie ispezionate quattro sono gestite da italiani e i controlli hanno verificato che vengono rispettate le norme igienico-sanitarie. Lo stesso risultato positivo non si è registrato invece per le quattro macellerie controllate gestite da cittadini extracomunitari.

Il titolare di una di queste ha avuto una multa di mille euro per l'inosservanza dell'obbligo di etichettatura della merce in vendita ed è stato diffidato affinché provveda a una migliore pulizia dei locali. Un altro macellaio di nazionalità marocchina è stato sanzionato con mille euro di multa per la carenza dei requisiti igienico-sanitari del locale e perché non utilizzava un abbigliamento idoneo durante la fase della manipolazione delle carni. Il titolare di una terza macelleria è stato sanzionato con una multa di duemila euro per la carenza dei requisiti igienico-sanitari e professionali per l'attività svolta.

Anche in questo caso è arrivata la diffida per la pulizia dei locali. La multa più elevata, seimila euro, è stata comminata al titolare da una quarta macelleria gestita da stranieri, perché aveva messo in vendita prodotti scaduti e merce mancante della prescritta etichettatura comprovante anche la filiera di origine, di allevamento e di macellazione dell'animale.

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