I clienti di Morandi: «Firme falsificate»
La pista da Fiorano conduce a Lizzola

Dai depositi titoli alle piste da sci: Fiorano-Valbondione non sarebbero poi così lontani. Basta una firma, autentica o falsa, è tutto da dimostrare. E lo faranno le perizie calligrafiche che dovrebbero aiutare la Procura a sciogliere i dubbi avanzati da alcuni clienti di Morandi.

Dai depositi titoli alle piste da sci: Fiorano-Valbondione non sarebbero poi così lontani. Basta una firma, autentica o falsa, è tutto da dimostrare. E lo faranno le perizie calligrafiche che dovrebbero aiutare la Procura a sciogliere i dubbi avanzati da alcuni clienti di Benvenuto Morandi, sindaco ex direttore della filiale Private banking di Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio, licenziato all'inizio di agosto dopo le irregolarità riscontrate sui conti di alcuni suoi clienti.

Che la «bomba» scoppiata lo scorso mese di luglio nel paese più piccolo per estensione della Bergamasca, Fiorano al Serio appunto, potesse in qualche modo essere legata al comune più esteso, quel Valbondione guidato per il secondo mandato consecutivo dal sindaco Morandi, lo suggerisce fin dall'inizio di questa vicenda un nome.

È quello di Gianfranco Gamba, cliente di Morandi e proprietario di Mountain Security, la società che detiene il 58% di Stl, la Sviluppo turistico Lizzola degli impianti sciistici. Questo almeno fino al 19 giugno scorso, quando Gamba vende la società a Sabrina Semperboni, dopo pochi giorni nominata da Morandi assessore al Bilancio del Comune che detiene il 41% di Slt.

Per la cronaca, dopo che la Corte dei conti ha ribadito l'obbligo di dismettere la società partecipata, le quote sono sul mercato per due milioni e duecentomila euro: cifra ridefinita dal sindaco dopo una prima stima per un milione e 200 mila e un rilancio di altri 340 mila euro, considerate le prospettive future e in particolare la resa che darà la centrale a biomassa in costruzione all'ingresso del paese.

Tornando a Gamba, imprenditore del gruppo Pezzoli di Gazzaniga (ha sposato Mariuccia Pezzoli), sarebbe il cliente di Morandi che lamenterebbe la perdita maggiore, oltre i nove milioni di euro. E non si tratterebbe soltanto di perdite dovute alle borse a picco. Secondo l'accusa quegli ammanchi - come per altri clienti - sarebbero infatti dovuti a movimenti fatti all'insaputa dei titolari, Gamba compreso. Di più: operazioni alle quali non corrisponderebbero le firme originali di chi le disponeva.

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