Caso Morandi, altro esposto
Blitz e perquisizione a Lizzola

Sul caso Morandi a Valbondione proseguono gli interrogatori da parte di carabinieri e Guardia di Finanza: i militari e il magistrato hanno anche compiuto un blitz nella società sciistica di Lizzola. Tutto legato al caso della Private di Fiorano.

Sul caso Morandi a Valbondione proseguono gli interrogatori da parte di carabinieri e Guardia di Finanza: i militari e il magistrato hanno anche compiuto un blitz nella società sciistica di Lizzola. In questi giorni alcuni clienti che si sono recati alla filiale Private di Fiorano si sono sentiti rispondere così: «Il personale? Non c'è, sono tutti giù, in procura».

Duecentomila euro. È la differenza (in negativo) fra la rendicontazione che Benvenuto Morandi, quando interpellato, presentava «su carta anonima» e il saldo reale che risultava alla banca.

Almeno secondo quanto sostengono gli eredi di una vedova della Media Val Seriana, scomparsa nei mesi scorsi. In cinque, tra fratelli e nipoti, hanno annunciato l'intenzione di aggiungersi all'elenco di coloro che hanno già sporto denuncia contro il sindaco di Valbondione ed ex direttore (è stato licenziato) della sezione Private della Banca Intesa Sanpaolo di Fiorano al Serio.

Nei giorni scorsi si sono rivolti all'avvocato Giuseppe Buonanno, di Bergamo – che già assiste altri tre risparmiatori che lamentano perdite nella vicenda Morandi – per essere assistiti. Conto corrente, titoli e polizze assicurative: è quanto i cinque eredi avevano affidato in gestione alla filiale di Fiorano.

Non si tratta di imprenditori, ma di lavoratori dipendenti. Le loro non sono somme a sei zeri, ma i risparmi di una vita di lavoro: secondo loro si sarebbero volatilizzati, se si raffronta quanto Morandi diceva e quanto invece in effetti risultava alla banca.

L'ultimo esposto contro il sindaco bancario sarà depositato in procura nei prossimi giorni: sarà il quinto a finire sul tavolo dei pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, titolari dell'inchiesta su Morandi (al momento indagato per appropriazione indebita aggravata).

«Dimostreremo l'estraneità di Morandi – ribadisce ancora una volta il suo avvocato, Angelo Capelli – dalle ipotesi accusatorie più suggestive che sono state avanzate nei suoi confronti. Se emergeranno irregolarità nella gestione del rapporto col cliente – aggiunge Capelli – risponderemo punto per punto, quando ci contesteranno il dove, il come e il quando questo sarebbe avvenuto. In ogni caso lo ribadisco: Morandi non ha tenuto per sé un solo euro, in questa vicenda. Sia chiaro».

L'attenzione degli inquirenti in questo momento sarebbe su movimenti sospetti di denaro nei conti correnti gestiti da Morandi, ma anche sulla relativa documentazione: il sindaco direttore ha falsificato le firme dei suoi clienti? È un'ipotesi investigativa, in corso di verifica.

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