Piano faunistico venatorio:
anche i cacciatori ricorrono al Tar

Anche i cacciatori vanno all'attacco del Piano faunistico venatorio con un ricorso presentato al Tar di Brescia e notificato venerdì. «È stato firmato da Acl, Cpa, Anuu, Libera caccia, Enalcaccia, Italcaccia un ricorso per impugnare in particolare alcune prescrizioni».

Anche i cacciatori vanno all'attacco del Piano faunistico venatorio con un ricorso presentato al Tar di Brescia e notificato venerdì 18 ottobre. «È stato firmato da Acl, Cpa, Anuu, Libera caccia, Enalcaccia, Italcaccia un ricorso per impugnare in particolare alcune prescrizioni che sono state recepite dalla Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) regionale. Non c'è Federcaccia perché ha presentato un ricorso suo - spiega Fortunato Busana, presidente provinciale di Acl -. Ma non abbiamo chiesto la sospensiva della caccia, che è prevista per legge solo in circostanze particolari, come calamità naturali, incendi boschivi o motivi di forza maggiore», come invece il Wwf chiede attraverso il proprio ricorso.

«Innanzitutto - continua Busana - vogliamo tranquillizzare i cacciatori: la caccia non verrà sospesa. A caccia si può sempre andare nel rispetto della legge quadro 157/92. Su questi temi si devono abbassare i toni», dice Busana riferendosi alle dichiarazioni di Paola Brambilla di Wwf Lombardia.

«Al telegiornale regionale di Rai 3 del 7 ottobre ha associato i cacciatori ai bracconieri. Siamo stanchi di essere etichettati così. Stiamo valutando se esistono i termini per una denuncia di diffamazione; allo stesso modo abbiamo ricevuto accuse, quasi offensive, di "aver fatto disinformazione" da parte di Enzo Mauri, direttore dell'Oasi di Valpredina, in merito a un incontro a Pradalunga sulla Zona a protezione speciale a cui non era nemmeno presente».

Secondo Busana le associazioni ambientaliste, che sono portatrici di interessi particolari, non possono pretendere «di dettare legge sul Piano faunistico, che deve rispondere alla normativa nazionale e regionale. Per un buon piano si deve utilizzare un metodo di concertazione che non deve privilegiare né una componente né un'altra».

Leggi di più su L'Eco di lunedì 21 ottobre

© RIPRODUZIONE RISERVATA