Piano antismog, accordo in 15 giorni
Coinvolta tutta la Pianura Padana

Per cercare di risolvere il problema dello smog occorre ragionare non in termini di città o di provincia, ma con un'azione comune in tutto il bacino padano. La Regione Lombardia ha raccolto tutti attorno a un tavolo: «Sottoscriveremo un accordo entro un paio due settimane».

"Quella di oggi è stata una riunione molto utile, soprattutto in termini di contenuti. Molti degli spunti raccolti dalla voce dei tanti amministratori intervenuti a questo incontro fanno già parte dei contenuti dell'Accordo di programma che andremo a sottoscrivere, mentre degli altri terremo conto".

Lo ha affermato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nel suo intervento di chiusura nell'incontro dedicato al tema 'Azioni per la qualità dell'aria nel bacino padano', tenutosi a Palazzo Lombardia, cui hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni dell'area della pianura padana e il ministro per l'Ambiente Andrea Orlando.

"E' stato un incontro di aggiornamento - ha precisato il presidente della Regione Lombardia -, per fare un nuovo punto della situazione sulle azioni da intraprendere per un'azione comune da parte di queste Regioni, per migliorare la qualità dell'aria nel bacino padano. Questa è un'azione comune, che andremo a definire nell'Accordo di programma che sottoscriveremo entro un paio due settimane".

NECESSITÀ DI AZIONE COMUNE DELLE REGIONI DEL BACINO PADANO - "Il punto principale - ha insistito il presidente Maroni - è proprio la necessità di un'azione comune di tutte le Regioni interessate, per questo nella lettera di convocazione che abbiamo diramato per l'incontro odierno abbiamo ricordato 'l'imprescindibile necessità di operare su scala macroregionale, indirizzando e coordinando nell'insieme le politiche nazionali e regionali stando le peculiari condizioni oro-morfologiche e meteoclimatiche di questa area'. Le Regioni dell'area del bacino padano devono sviluppare una politica comune per la qualità dell'aria, noi qui in Lombardia abbiamo già adottato un piano regionale per la qualità dell'aria, ma da solo non è sufficiente, perché, evidentemente, non possiamo fermare l'aria che entra ed esce dal nostro territorio al confine regionale.
Per questo, vista l'omogeneità del territorio dell'area padana, serve un piano comune tra le Regioni interessate ed è quello che stiamo facendo con questo accordo".

UE RICONOSCA SPECIFICITÀ TERRITORIALE - "Abbiamo assunto l'impegno per un'azione comune - ha spiegato il presidente - anche per portare questa nostra esigenza di riconoscimento di specificità laddove può essere riconosciuta, ovvero a Bruxelles.

Andremo a rivendicare presso la Commissione Ue questa nostra specificità territoriale. Si tratta di un'azione di cui si è parlato in passato, senza ottenere i risultati auspicati, ma ora dovremo impegnarci in questa battaglia, convinti di potercela fare. Tanto più che questa giusta alleanza tra i territori e il Governo, qui rappresentato dal ministro Orlando, è un fatto
significativo: si tratta di un'alleanza utile per ottenere questi risultati che ci prefiggiamo, anche presso la Commissione Ue, e rappresenta una novità assoluta rispetto al passato".

FONDAMENTALE CONDIVISIONE DELLE DECISIONI - "Prevedibilmente, alcune misure che verranno adottate - ha poi sottolineato il presidente della Regione Lombardia - forse non piaceranno ai cittadini, ma dobbiamo ugualmente intervenire per garantire misure serie ed efficaci, perché, se una cosa è giusta e utile, va fatta senza guardare al fatto che sia gradita o meno e anche in questo senso deve essere fatta un'azione comune tra le Regioni dell'area del bacino padano".

PER FINANZIARE IL PROTOCOLLO LASCIARE I SOLDI AI COMUNI - Infine, di fronte alla richiesta di maggiore risorse da parte degli Enti locali per poter finanziarie le misure contenute nell'Accordo di programma, il presidente Roberto Maroni ha suggerito un alleggerimento ad hoc dei rigidi vincoli del Patto di stabilità. "Per quanto riguarda le risorse per finanziare le misure da adottare la soluzione è semplice - ha concluso Maroni
-: basterebbe lasciare ai Comuni virtuosi che hanno ben governato i soldi che hanno avanzato, che nella sola Lombardia ammontano a 8,5 miliardi di euro, soldi che i Comuni potrebbero spendere non per la spesa corrente ma per gli investimenti e per finanziare questo protocollo. Questa sarebbe un'ottima soluzione che risolverebbe i problemi del finanziamento dell'Accordo di programma per la qualità dell'aria, lasciando ai territori la possibilità di utilizzare le risorse che loro hanno a disposizione, per un piano che riguarda la salute dei cittadini". "Basterebbe solo questo - ha concluso Maroni - lasciare alle Amministrazioni locali che hanno governato bene la possibilità di spendere l'avanzo di amministrazione per investimenti. Non per spesa corrente, ma per investimenti per la salute dei cittadini. Si tratta di un piano macroregionale, che richiede uno sforzo economico importante. E su questo tratteremo con il ministro dell'Economia".


"E' molto importante che la strada dell'Accordo di programma sulla qualità dell'aria venga sviluppata con il consenso e il pieno protagonismo delle autonomie locali, ma anche delle forze sociali e delle imprese".
Lo ha affermato il ministro per l'Ambiente Andrea Orlando, intervenendo, a Palazzo Lombardia, all'incontro dedicato al tema 'Azioni per la qualità dell'aria nel bacino padano', cui hanno partecipato i rappresentanti delle Regioni, delle Province e dei Comuni dell'area della pianura padana.

CONFRONTO CON AUTONOMIE LOCALI - Il ministro Orlando ha prima tenuto a ringraziare "la Regione Lombardia per il lavoro di coordinamento che ha svolto", quindi ha ricordato che: "Questa era un'occasione per sottoporre i contenuti ai soggetti che sono poi fondamentali nell'attuazione dell'Accordo di programma, le autonomie locali, perché su di loro ricadrà un onere significativo in termini di riadeguamento delle politiche urbane per l'applicazione di questo accordo". "Riteniamo - ha continuato il ministro Orlando - che sia necessario confrontarsi con le autonomie, per non dare una semplice indicazione normativa tramite la decretazione, ma per avere un Accordo di programma che cresca con il consenso dei soggetti che sono poi direttamente chiamati a realizzare questo tipo di politiche, applicandone le indicazioni. Queste misure hanno un impatto sulla produzione, sui trasporti, sull'edilizia, sulle scelte urbane, sull'utilizzo del riscaldamento e quindi sulla vita delle famiglia e delle imprese".

SOTTOSCRIZIONE ACCORDO POSSIBILE ENTRO DUE SETTIMANE - "L'incontro di oggi è stato positivo - ha affermato il ministro -, c'è stata una condivisione da parte delle Regioni, delle Province e dei Comuni dei contenuti e delle finalità di questo accordo di programma. Ormai siamo arrivati a una definizione nel dettaglio delle misure che saranno parte dell'Accordo di programma". "Ora occorreranno soltanto alcune limature, ma credo che, nell'arco di una quindicina di giorni, - ha ipotizzato Orlando - saremo in grado di arrivare alla firma dell'Accordo di programma. In questo Accordo ci sono impegni che riguardano i Ministeri dell'Ambiente, delle Infrastrutture e Trasporti, dello Sviluppo economico, delle Politiche agricole e della Salute e i presidenti delle Regioni e delle Province. Alcuni impegni hanno un'efficacia immediata, altri rinviano a ulteriori provvedimenti ancora da assumere. Ritengo che nello sviluppo dell'Accordo di programma sia necessario coinvolgere non solo i territori ma anche le Università e gli Enti di ricerca nazionale, per vivere questo passaggio come un'occasione per produrre innovazione: per questo dobbiamo costruire un sistema aperto e in grado di recepire le acquisizioni scientifiche che via via arriveranno".

LA SPECIFICITÀ DELL'AREA DEL BACINO PADANO - "Dobbiamo chiedere all'Europa un ripensamento delle politiche - ha concluso il ministro Orlando -, partendo dal presupposto che il riconoscimento della specificità dell'area padana non debba emergere come un alibi, ma dall'idea che si sta facendo un lavoro coordinato e un programma integrato tra tutti i soggetti interessati per quest'area e per questo va riconosciuta la specificità di quest'area, tenendo conto di come è fatta, anche da un punto di vista morfologico".

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