«Apriamo la porta alla speranza
con il ricordo dei nostri defunti»

È terminata la Messa e sono in tanti ad uscire dalla chiesa del cimitero di Bergamo. Qualcuno resta ancora fra i banchi per una preghiera, altri si accostano al confessionale. La chiesa è una porta di speranza che si apre fra i viali del dolore.

È terminata la Messa e sono in tanti ad uscire dalla chiesa del cimitero di Bergamo. Qualcuno resta ancora fra i banchi per una preghiera, altri si accostano al confessionale. La chiesa è una porta di speranza che si apre fra i viali del dolore.

Per chi ha perso un familiare o un amico la sofferenza è una ferita che, ancor di più in questi giorni in cui si commemorano i defunti, si fa bruciante. Nella chiesa del cimitero di Bergamo la gente sa che può essere accolta dai frati Cappuccini, che lì prestano il loro servizio da sempre.

Padre Marco Bergamelli e padre Mario Cortinovis celebrano i funerali, accompagnano i cortei per la sepoltura e per la benedizione e sono a disposizione tutti i giorni per le Confessioni. «Questo Sacramento ci pone in atteggiamento di ascolto - dice padre Marco -. Le persone non si accostano al confessionale solo per i loro peccati, ma per raccontare il loro dolore, le loro fatiche, per cercare ascolto. Di questo soprattutto hanno bisogno».

I frati sono a contatto ogni giorno con il dolore e con la morte. «Oggi i fedeli si pongono alcune domande fondamentali solo quando muore una persona cara. È un momento terribile, sconvolgente, ma che diventa stimolo per rivedere la propria vita. Affrontare l'esperienza della morte di una persona a cui si era legati può cambiare qualcosa nella nostra vita, perché la morte mette a nudo i rapporti con gli altri, ci fa comprendere che cosa vale veramente».

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