Dall'Isola bergamasca alle Cayman
«La mia vita tra delfini e tartarughe»

Una esperienza lavorativa poco felice in un'azienda a Bergamo. Le difficoltà nel trovare un'occupazione stabile. Ma anche il desiderio di viaggiare e conoscere il mondo. Le motivazioni non le sono mai mancate e l'Italia le è sempre stata stretta.

Una esperienza lavorativa poco felice in un'azienda a Bergamo. Le difficoltà nel trovare un'occupazione stabile. Ma anche il desiderio di viaggiare e conoscere il mondo. Le motivazioni non le sono mai mancate e l'Italia le è sempre stata stretta.

È così che una giovane di Carvico ha deciso di fare i bagagli e guardare fuori dai confini del Belpaese. Oggi ha realizzato il suo sogno e lasciata l'Isola bergamasca ha trovato le sue isole, le Cayman, un paradiso in terra. E soprattutto in mare - il suo nuovo «ufficio» -, a contatto ogni giorno con delfini, mante, tartarughe. Lei è Elena Testori, 26 anni, con alle spalle studi al Liceo linguistico e all'Università (triennale in Comunicazione di massa pubblica ed istituzionale a Bergamo).

Allora Elena, perché te ne sei andata dall'Italia?
«Una serie di coincidenze e una brutta esperienza di lavoro di un anno e mezzo presso una ditta di Bergamo mi hanno portato a partire la prima volta in cerca di nuove opportunità, e quando inizi non smetti più».

In quali Paesi esteri hai lavorato?
«Ho trascorso un anno in Australia, successivamente mi sono trasferita tre mesi a New York e da gennaio 2013 vivo alle Cayman».

Parlaci dell'esperienza fra i canguri.
«In Australia ho vissuto un anno fantastico, lavoravo come baby sitter per una famiglia con tre bambini e nel tempo libero ho viaggiato. Eccetto Western Australia ho girato tutti gli altri stati. A mio avviso quello è il luogo più bello del mondo, libero ed immenso, dai paesaggi straordinari, molto avanzato, con uno stile di vita molto "easy going" e rilassato. La gente lì si vuol godere la vita. Dopo il lavoro si va in spiaggia, a bere un drink senza preoccuparsi troppo dei lavori domestici o degli impegni quotidiani. Il clima aiuta, ma è proprio la mentalità che è totalmente diversa da quella degli italiani».

Cosa ti ha spinto alle Cayman?
«Sono stata diverse volte alle isole Cayman sempre in vacanza perché alcuni miei familiari vivono laggiù. Le prime volte ero troppo giovane, ma quando sono andata lo scorso anno mi sono innamorata veramente del luogo e delle splendide acque cristalline. A gennaio ho deciso di trasferirmi a vivere là. Non è stato semplice: Paese nuovo, cultura molto differente, visti, permesso di lavoro, visite mediche, guida a sinistra, ma ora ho trovato il mio equilibrio e sto molto bene».

Che lavoro svolgi? Come trascorri le giornate?
«A Grand Cayman la principale fonte di lavoro proviene dal turismo e dalle banche. Non avendo studiato economia e commercio mi sono tuffata - è il caso di dire - nelle immersioni in questo fantastico mare e ho preso quattro brevetti, l'ultimo ad aprile 2013 di Dive master "Padi", guida subacquea, che mi permette di accompagnare e guidare in immersioni divers già certificati. Poi ho trovato lavoro su un bellissimo catamarano con un equipaggio di tutti italiani e due volte al giorno usciamo in mare con i turisti di crociere o che soggiornano sull'isola. Li portiamo alla famosa Stingray City, la città delle mante, e alla vicina barriera corallina dai colori incredibili. In belle giornate la visibilità sott'acqua arriva anche a 30 metri: i pesci più colorati del mondo si trovano qui e, rimanendo all'interno della barriera corallina, la profondità dell'acqua è di massimo tre metri e il mare è solitamente calmo. La temperatura dell'acqua varia dai 26 ai 30 gradi tutto l'anno e permette di lavorare anche per 12 mesi tutti i giorni, stagione delle piogge permettendo. In sostanza sono al mare tutto il giorno a fare snorkeling, cazzo la randa, faccio fotografie e chiacchiero con persone provenienti da tutto il mondo che non fanno altro che dirmi che ho il lavoro più bello che si possa desiderare».

Cosa speri di fare in futuro su queste isole?
«Mi piacerebbe magari aprire un'attività tutta mia, un business un po' particolare che sull'isola non c'è ancora. Ma per ora sto bene così e voglio godermi sole, mare e vento tutti i giorni».

Bisogna avere coraggio per fare queste scelte…
«Beh, sì, ci vuole coraggio, ma te lo devi sentire dentro. Devi essere una persona di carattere aperto ed espansivo, estroverso e indipendente. Non bisogna farsi abbattere alla prime difficoltà, che ovunque si incontrano. A me piace incontrare nuova gente e nuove culture, ma soprattutto viaggiare e vedere più posti possibili. Rimanendo a Bergamo tutto ciò non sarebbe stato possibile».

Emanuele Roncalli

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