Albì: addio al dialetto
sarà Città del Moroni

Da Albì a Città del Moroni: il nuovo statuto comunale rinuncia al dialetto anche sui cartelli e rivendica i natali del celebre artista. Il nuovo documento che, snellito, passa da 77 a 47 articoli, nell'ultimo Consiglio comunale ha acceso gli animi in una lunga discussione.

Da Albì a Città del Moroni: il nuovo statuto comunale rinuncia al dialetto anche sui cartelli e rivendica i natali del celebre artista. Il nuovo documento che, snellito, passa da 77 a 47 articoli, nell'ultimo Consiglio comunale ha acceso gli animi in una lunga discussione senza ottenere il sì dai due terzi, necessari per l'approvazione al primo turno.

Sarà necessario un doppio passaggio nei prossimi Consigli comunali da tenere entro 30 giorni in cui basterà l'ok della maggioranza. Uno statuto «ideologico» secondo le minoranze, ma «non può che essere così», visto che è espressione della visone politica della maggioranza che guida il Comune, come riconosce l'assessore alla Cultura Andrea Chiesa.

Una proposta elaborata con associazioni e gruppi del territorio, che sulle finalità ha visto battagliare le minoranze, contrarie ad inserire oltre al rispetto, anche la «tutela delle diversità etniche, linguistiche culturali, religiose e politiche», temendo che tutelare si traduca in «cacciare soldi» come ribadito dal consigliere Fabio Terzi della lista «Rizzi sindaco degli Albinesi» e da Daniele Esposito della Lega Nord.

E mentre per Davide Zanga del Pdl il nuovo regolamento è una «pagliacciata» per il leghista Bianchi la commissione che lo ha elaborato ha fatto un buon lavoro. È il sindaco Luca Carrara che ha più volte spiegato che «tutelare significa favorire le condizioni per cui un diritto sia garantito».

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