«Da una stima della Camera di commercio si calcola che in Bergamasca si verificano circa sei-sette mila casi di usura all'anno. Non possiamo ancora parlare di situazione di allarme ma il fenomeno sta peggiorando e va tenuta alta la guardia». Lo ha dichiarato Carlo Spinetti, segretario generale della Camera di commercio di Bergamo, al convegno svoltosi all'auditorium del liceo Mascheroni su Conoscere per riconoscere: le diverse facce dell'illegalità. I motivi di un panorama che si fa sempre più preoccupante sono acuiti dalle difficoltà economiche favorite dalla crisi che va a colpire tutti: imprese, singoli e famiglie. E la stretta creditizia delle banche non aiuta. Anzi. È stato Antonio Arrigoni, direttore della cooperativa di garanzia Fogalco, a invocare un confronto tra banche, sindacati e Camera di commercio, tramite l'Ente bilaterale del commercio della provincia di Bergamo (organizzatore del convegno) per un'apertura di fiducia verso chi è in difficoltà, «perchè bisogna anche guardare alla storia di un'impresa e non al momento contingente». Spinetti ha snocciolato un po' di numeri: i più colpiti sono i commercianti, il 40 per cento, poi vengono gli imprenditori (22%), gli artigiani (20%) e il resto sono iscritti a vario titolo nel commercio. Hanno collaborato all'allestimento del convegno l'Ascom, la Fisascat-Cisl, la Filcams-Cgil e la Uiltucs-Uil. Dall'usura si è arrivati ad affrontare il tema delle organizzazioni criminali, grazie agli interventi di Piercamillo Davigo, consigliere della Corte di Cassazione (ed ex magistrato di Mani pulite), Giovanni Impastato, direttore del Centro siciliano di documentazione, Lorenzo Frigerio, della presidenza nazionale di Libera (associazione contro le mafie) e Caterina Pellingra della cooperativa Placido Rizzotto che ha in cura i terreni agricoli che furono dei corleonesi. Da Davigo, Impastato, Frigerio e Pellingra un appello: il legislatore favorisca leggi ad hoc contro le mafie e i loro interessi finanziari.