«Il mio obiettivo:
la modernizzazione»

Modernizzazione, qualità ed efficienza: tre parole che sembrano ben riassumere gli obiettivi del neopresidente del Tribunale di Bergamo Ezio Siniscalchi. Napoletano di nascita e milanese d'adozione, nei prossimi giorni prenderà ufficialmente possesso del suo ufficio, al terzo piano del palazzo di Giustizia di via Borfuro, dopo il giuramento ufficiale alla presenza del presidente della Corte d'appello di Brescia (a cui Bergamo fa capo) Alfonso Marra: solo allora potrà cominciare a lavorare a Bergamo, ma le premesse della sua nuova attività pare averle già chiare in mente.
Presidente Siniscalchi, dopo quasi quattro decenni trascorsi lavorando a Milano si sposterà a Bergamo. Perché questa scelta?
«Mi sono trovato bene a Milano, ed è una scelta che rifarei ancora oggi. Conosco Bergamo non benissimo, ma è una bella città, godibile e vivibile, che ho frequentato già in alcune occasioni. Quello di Bergamo è un Tribunale importante, centro lombardo del Nordest, il polo di maggior sviluppo. Per questo per me rappresentava e rappresenta un momento di massimo interesse».
Presiedere un Tribunale, nonostante il suo ricchissimo curriculum, sarà una novità anche per lei. Come si muoverà?
«Sarà una situazione nuova, e sono ben contento di viverla. Ho maturato nel corso della mia vita professionale tutte le esperienze che possono essere utili a un presidente di Tribunale: penso quindi che potrò portare un'esperienza molto ampia e diffusa. Vorrei, nei limiti del possibile, puntare alla modernizzazione: mi interessa lo sviluppo del processo telematico, di cui mi sono occupato in parte anche a Milano. Cercherò di ampliarne l'utilizzazione. Sul piano operativo, sarà necessario fare un inventario della situazione, per capire dove intervenire in prima battuta. Naturalmente ricercando la collaborazione dei colleghi, degli avvocati, dei funzionari, e sono sicuro che tutti collaboreranno al massimo...».
Uno tra i tanti problemi che sicuramente si troverà ad affrontare, e che per Bergamo sembra essere ormai cronico, è quello della carenza di personale, soprattutto a livello di cancellerie.
«La carenza di organico è un problema ormai diffuso ovunque, ed è importante. Non conosco nel dettaglio la situazione bergamasca, ma è un problema che può essere affrontato soltanto in due modi, non alternativi, ma concorrenti. Il primo è curare al massimo l'organizzazione, in maniera da utilizzare veramente al meglio le risorse disponibili. Il secondo è quello di ricercare, per quanto è possibile e nei limiti in cui la legge lo consente, la collaborazione delle istituzioni locali. Senza dimenticare naturalmente che stiamo parlando degli uffici di cancelleria, e di mansioni delicate, che comportano l'accesso ad atti e documenti sensibili e riservati. Cercherò con il concorso di tutti di migliorare la situazione».
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