Scuola, la «ricetta» di Aprea:
ridurre i prof, pagarli meglio

Avere buoni studenti in tutti i tipi di scuola, ridurre gli 850.000 insegnanti per tenersi i migliori e pagarli meglio, ridurre le materie da ritenersi essenziali per tutte e lasciare poi all’autonomia della scuola, portata al 40% del monteore di disegnare le curvature a scelta. Meno ore e meno anni nel banco, più scuola attiva. Bene l’accordo Regione Lombardia - Governo per la sperimentazione del nuovo assetto della formazione professionale.

É’ la ricetta di Valentina Aprea, presidente della Commissione Cultura della Camera che ha parlato a Clusone intervenendo al convegno organizzato dall’istituto Tarcisio Pacati sui cambiamenti della scuola secondaria superiore.

«Gelmini e Berlusconi sono stati prudenti - ha detto il deputato - ma io avrei scelto di andare a regime anche con le superiori fin dal prossimo anno scolastico. La crisi ha ridisegnato gli obiettivi di Lisbona che dovranno essere raggiunti per il 2020; abbimo più tempo per recuperare terreno di fronte all’Europa e all’Ocse su dispersione e qualità della scuola e dobbiamo usarlo tutto».

Mettere a punto la macchina organizzativa è complesso, ha continuato Aprea, ma il punto non è qualche cattedra in meno ma il futuro dei ragazzi. La presidente della commissione cultura è anche relatrice della proposta di legge sulla governance della scuola che comprende la valorizzazione dell’autonomia e il ruolo della famiglia, ma anche l’introduzione delle fondazioni.

A questo proposito, Aprea ha spiegato che il testo definitivo, sul quale si sta lavorando includendo nelle audizioni tutti i soggetti possibili, sarà redatto in modo di avere il maggiore consenso bipartisan possibile. In sostanza la scuola non "diventerà" fondazione ma potrà "avere" una fondazione che la sostiene. Un sistema dove, par di capire, l’essenziale è pagato dallo stato, i progetti sono a cura del territorio.

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