È precipitata in un dirupo e la caduta non le ha dato scampo: Caterina Salvi, 64 anni, di Sedrina, è morta così, durante un'escursione al rifugio Benigni di Ornica, in Alta Val Brembana. È successo nel tardo pomeriggio di ieri. Drammatica la dinamica della disgrazia. La donna, infatti, era in compagnia di un amico, Ambrogio Castagna, sessantunenne di Botta di Sedrina, che è rimasto ferito. È stato lui il primo a scivolare lungo il sentiero: è precipitato per molti metri su un tratto ancora innevato, proprio sotto il rifugio Benigni, riportando solo contusioni non gravi. Ripresosi e tornato sul luogo dove era scivolato, l'uomo non ha più trovato Caterina Salvi: c'era solo una delle sue racchette. Forse era scivolata nel tentativo di raggiungere l'amico e prestargli soccorso. L'allarme è scattato verso le 18. La donna è stata avvistata verso le 21, in un dirupo, dall'elisoccorso del 118 che sorvolava la zona per le ricerche. Fino alla tarda serata di ieri erano ancora in corso le operazioni di recupero della salma, portata a valle in barella - non senza difficoltà a causa delle condizioni del sentiero e dell'oscurità - dagli esperti del Soccorso alpino della Val Brembana. Sembra che la coppia di escursionisti (entrambi vedovi, appassionati di montagna, spesso compagni di camminate) conoscesse bene la zona e il sentiero che conduce al rifugio Benigni, quota 2.222 metri. In questo periodo il rifugio è chiuso (aprirà a giugno): i sentieri che permettono di raggiungerlo sono, almeno nel tratto più in quota, ancora coperti da metri di neve.
I due avevano deciso di fare comunque un'escursione e - stando alle prime informazioni - si erano attrezzati a dovere. Percorrere il sentiero in queste condizioni è comunque pericoloso e generalmente sconsigliato dagli esperti: «In questo periodo - spiega il gestore del Benigni, Elisa Rodeghiero - a chi me lo chiede sconsiglio per ora di andare fino al rifugio: quest'anno è caduta veramente molta neve. Meglio aspettare che arrivi il disgelo anche in quota». Sembra che il tragico incidente sia avvenuto sulla via del ritorno dal rifugio. I due stavano scendendo attraverso il cosiddetto «Canalino», proprio appena sotto al rifugio, tratto che d'estate non presenta particolari difficoltà per gli escursionisti ma che, coperto di neve, si rivela insidioso. Stando a una prima ricostruzione, Ambrogio Castagna stava davanti ed è stato il primo a scivolare, facendo un volo di molti metri. Ferito, ma salvo, è tornato su e non ha più trovato Caterina Salvi. L'ha cercata, chiamata a gran voce per diversi minuti, è tornato al rifugio Benigni e l'ha cercata anche lì, inutilmente. Il cellulare non aveva campo: così, è sceso a valle ha dato l'allarme al 118. Erano circa le 18.
La macchina dei soccorsi si è attivata, con squadre del Soccorso alpino e del 118, fino al ritrovamento della donna, in un dirupo: al medico dell'elisoccorso, calatosi con il verricello, non è rimasto altro da fare che constatare il decesso. Il recupero ha richiesto molte ore. A sovrintendere alle operazioni sono stati i carabinieri della stazione di Piazza Brembana, agli ordini del comandante, il maresciallo Giovanni Martelengo. L'escursionista ferito, Ambrogio Castagna, è stato portato all'ospedale di San Giovanni Bianco, contuso ma non grave. La donna lascia invece due figli e una figlia. Forse oggi si saprà la data dei funerali.
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