Gleno, Rsu sul piede di guerra
«I licenziamenti vanni ritirati»

Garantire la qualità dei servizi e ritirare i 15 licenziamenti annunciati se non discutere la loro ricollocazione: è quanto chiedono i lavoratori della Rsu della Fondazione S. Maria Ausiliatrice preoccupati sul futuro della Casa di riposo di via Gleno. «Nel 2008 c'era una situazione di deficit ed erano previsti tagli al personale ma oggi il quadro è cambiato e c'è stato un risanamento dei bilanci - ha affermato Fiorangela Agustoni, coordinatrice delle Rsu -. A fronte di questo però il Cda della Fondazione sembra non voler ritrattare sull'espulsione di 15 dipendenti prevista per gennaio del 2010. Abbiamo chiesto un incontro con l'amministrazione ma non abbiamo ancora avuto risposta. Temiamo per il futuro del Gleno che, progetti di rinnovamento edilizio a parte, deve continuare a garantire un servizio di qualità ai suoi cittadini».

«I lavoratori in esubero riguardano i servizi di manutenzione, portineria, area amministrativa e autisti - ha aggiunto Isabella Brina (Rsu) -. Riteniamo ci siano le condizioni affinché questi colleghi continuino a rimanere impiegati nella struttura o quanto meno venga posticipato il termine di licenziamento per dare loro la possibilità di un ricollocamento».

Ferma la posizione del direttore Fabrizio Lazzarini: «Sono 2 anni che abbiamo 15 posizioni in esubero rispetto alle necessità di assistenza del Gleno. Il licenziamento era previsto nel 2008 ma è stato posticipato a fine anno e non possiamo andare oltre».

Anche in merito alla ricollocazione Lazzarini sottolinea che «sarà oggetto di discussione nei prossimi incontri tra l'amministrazione e le parti sindacali anche se ci sono poche possibilità per un reinserimento all'interno della Casa».

La questione sarà affrontata anche martedì 26 maggio all'Auditorium del Gleno dove si terrà un incontro pubblico aperto alle istituzioni e ai candidati sindaco per il Comune, ai quali sarà chiesto un impegno ad evitare i licenziamenti programmati e a miglioare le condizioni di vita dei lavoratori all'interno del «Gleno».

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