Nasce col contributo dei Riuniti
lo scanner laser per la coronaria

Una piccola luce a infrarossi capace di «scannerizzare» in pochissimi secondi segmenti di coronaria, dando al cardiologo un’immagine tanto dettagliata e precisa da lasciare sbalorditi. Sono le nuove tecniche ad altissima risoluzione – capaci di raggiungere risultati fino a oggi possibili solo con gli esami patologici eseguiti al microscopio – che gli Ospedali Riuniti di Bergamo illustreranno ai cardiologi di tutto il mondo in un congresso scientifico in programma giovedì e venerdì al Centro congressi, con collegamenti in diretta dalle sale di Emodinamica dell’ospedale.

Le nuove tecniche sono il frutto di un intenso lavoro che da mesi vede impegnato il team di Giulio Guagliumi, cardiologo interventista dei Riuniti, a fare la spola tra gli Stati Uniti e il Giappone, i due Paesi dove le metodiche sono state messe a punto, utilizzando il nostro ospedale come uno dei pochissimi centri al mondo in grado di dare un contributo determinante alla perfetta realizzazione di quanto ipotizzato sulla carta.

«A oggi – spiega Guagliumi – un quadro così nitido di cosa c’è all’interno di una coronaria era possibile ottenerlo soltanto ‘ex vivo’, attraverso cioè prelievi bioptici poi analizzati in laboratorio. Ora, invece, tutto ciò viene fatto ‘in vivo’, fermando per pochi secondi il flusso di sangue all’interno della coronaria che si vuole esaminare e utilizzando una luce laser ad infrarosso, attraverso alcune fibre ottiche particolarmente evolute, capaci di fotografare a 360 gradi l’interno del vaso, ricostruendolo al computer con una velocità supersonica e con un dettaglio e una nitidezza elevatissima».

Il flusso di sangue all’interno della coronaria viene temporaneamente inibito gonfiando una sorta di palloncino, mentre la capacità di analisi del laser viene amplificata con uno speciale liquido in grado di catturare anche il più microscopico dettaglio. Il tutto utilizzando cateteri estremamente sottili, simili a quelli usati nelle normali procedure di cardiologia interventistica e altrettanto flessibili, al cui interno viene veicolata la luce laser che poi scannerizza il vaso ruotando rapidissimamente a ritroso.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 25 maggio

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