All'ex collegio Baroni
la cittadella del cinema

Dalla storia delle pellicole ai segreti della regia, dalla critica dei film all'organizzazione di un festival cinematografico. Per un giovane che si avvicina al mondo del grande schermo, Bergamo offrirà una formazione unica in Europa grazie al sodalizio tra Università degli Studi e Fondazione Alasca. Con il trasferimento infatti della sede dell'Archivio lombardo dell'Audiovisivo e Servizi culturali annessi all'ex collegio Baroni, messo a punto nei giorni scorsi, diventa realtà l'accordo stretto nel 2005 tra l'ateneo bergamasco e la fondazione per creare un centro della cinematografia senza precedenti in Italia.

Si tratta infatti di un patrimonio inestimabile di oltre 50 anni di cinema fatto di riviste di settore, libri, pressbook, fotografie, film in vhd, dvd e naturalmente in pellicola a disposizione della didattica e della ricerca. Un'esperienza di eccellenza in Italia, quella della collaborazione tra università e privati in questo campo, e la più prestigiosa appunto del settore privato. «Ritengo che l'acquisizione dell'archivio della Fondazione Alasca insieme alla presenza di esperti - spiega il rettore Alberto Castoldi, tra l'altro presidente del Bergamo Film Meeting - rappresenti una grande ricchezza per l'università. Abbiamo due cattedre di Storia del cinema presso le facoltà di Scienze umanistiche e di Lingue e letterature straniere, che potranno incrementare la collaborazione con la Fondazione Alasca».

Milleseicento scatoloni per un trasloco dall'ex Istituto Sordomuti a Torre Boldone all'ex collegio Baroni di via Pignolo 122 inaugurato da poche settimane come nuova sede della Facoltà di Scienze umanistiche. L'Università ha messo a disposizione gratuitamente per la Fondazione Alasca due piani dell'edificio: nel piano terra con soppalco e ampie vetrate che guardano su città bassa ci sono circa 14 mila volumi, tra libri sul cinema e cataloghi di festival e mostre italiane e internazionali, ma anche riviste specializzate (209 collane), e saranno approntate le postazioni per gli audiovisivi. Nel sotterraneo il paradiso di tutti i cultori di cinema: una raccolta sconfinata di originali pellicole dagli anni Cinquanta a oggi. Al primo piano il grande archivio fotografico con 117 mila soggetti, di cui 60 mila in cartaceo e i restanti acquisiti in formato digitalizzato, raccolti dai critici negli ultimi 50 anni. E poi le acquisizioni di archivi come quello di Sandro Zambetti, presidente e anima della Fondazione Alasca, ma anche della rivista Cineforum, del Bergamo Film Meeting e di Lab 80.

A settembre è prevista l'inaugurazione della sala di proiezioni con una rassegna cinematografica dedicata alla caduta del Muro di Berlino a 20 anni dall'abbattimento della barriera tra blocco est e ovest in Europa. «Il trasferimento nella sede universitaria segna una tappa importante della nostra storia - spiega Angelo Signorelli, vicepresidente di Fondazione Alasca - e permette di rendere vivo il nostro archivio grazie alla presenza degli studenti appassionati di cinema in tutti i suoi aspetti». «Rispetto ad altri archivi infatti - spiega Matteo Zambetti, direttore di Fondazione Alasca - abbiamo a disposizione degli studenti un materiale facilmente accessibile grazie al lavoro di inventario, catalogazione e digitalizzazione portato avanti in questi anni». Solo nel 2008 sono stati 2.454 gli utenti della Fondazione Alasca, nel 45% dei casi studenti ma anche professionisti e appassionati. Il 55% provengono da Bergamo, ma il 34% vengono da fuori provincia e addirittura dall'estero nel 3-4% dei casi. Sono state avviate collaborazioni con 12 università italiane e ogni anno la Fondazione accoglie almeno 10 studenti per tirocinii formativi. Il tutto va detto con risorse economiche minime e tanta passione. «Oltre alla Fondazione Alasca - prosegue Signorelli - qui si riunisce anche la sede di una delle riviste più quotate a livello italiano come Cineforum, ma anche una cooperativa di produzione cinematografica come Lab 80, e ancora il Bergamo Film Meeting che acquisisce ogni anno 500 film in concorso al festival».

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