Archivio di Stato in via Bronzetti
E arriva Luisa Onesta Tamassia

Cambio della guardia alla direzione dell'Archivio di Stato di Bergamo. Il direttore uscente, per cinque anni alla guida dell'istituzione, dottor Maurizio Savoia - ora promosso direttore dell'Archivio di Stato di Parma -, ha passato nei giorni scorsi le consegne alla dottoressa Luisa Onesta Tamassia. La nuova direttrice è nata a Ostiglia
il 9 dicembre del 1961, si laurea in Lettere moderne a Bologna, poi frequenta la Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica a Mantova, dove, nel '96, comincia a lavorare come archivista dell'amministrazione comunale; dal 2000 è funzionaria dell'Archivio di Stato di Mantova. Da Mantova, ora, a Bergamo con incarico «a scavalco», in parte in servizio qui, in parte nella sede di provenienza. «La prima e fondamentale iniziativa, già ampiamente condotta dal dottor Savoia, che io dovrò ora condurre in porto - dice Tamassia - è il passaggio dalla vecchia sede, in Santo Spirito, alla nuova, presso il Centro Progresso in via Fratelli Bronzetti. Sede che spero di inaugurare fra qualche mese, e comunque nei tempi più stretti possibile. Un evento che la città aspetta e l'Archivio, come istituto culturale, desidera moltissimo».

La vecchia sede, ci spiega la neodirettrice, «è inadeguata da tempo, e da diversi punti di vista. La nuova sarà un modello, dal punto di vista edilizio e funzionale, di come deve essere un moderno Archivio di Stato. Pensato e progettato come luogo di conservazione ma anche valorizzazione del patrimonio documentale. L'attività principale è la consultazione, che potrà essere fatta in una nuova sala di studio, molto ampia, con l'ausilio di supporti multimediali. Buona parte del materiale archivistico qui è digitalizzato, potrà essere consultato su computer». Con ovvio e grande vantaggio anche per la tutela del patrimonio. «Ci saranno inoltre - continua Tamassia - una sezione biblioteca, una sala conferenze: tutti strumenti che consentiranno a questo istituto di avere finalmente una sua "visibilità", evidenza pubblica, di diventare un punto di riferimento culturale per la città». Ci sarà, ovviamente, più spazio per la conservazione dei materiali. «La sede è stata interamente progettata e costruita secondo norme e criteri necessari per la conservazione - spiega la direttrice -. Sono previsti depositi opportunamente climatizzati, che offrono, da questo punto di vista, condizioni perfette. Tutto corrisponde pienamente a quanto stabilito per legge. I depositi attuali sono saturi. La nuova sede ha "respiro", molti più spazi disponibili, dunque la possibilità di ricevere i versamenti da parte degli Uffici statali che per legge devono depositare presso l'Archivio di Stato. Trovo i lavori a uno stato molto avanzato, ma si sono interrotti a casa di questo avvicendamento».

Quest'anno ricorre anche il cinquantesimo della nascita dell'Archivio di Stato di Bergamo, istituito nel 1959. «Era auspicio del direttore precedente riuscire a far coincidere l'inaugurazione del nuovo archivio con il 50°. Non so se ce la faremo, ci aspetta un lavoro molto intenso. La sede è pronta e finita, ma non ancora attrezzata: bisogna provvedere agli arredi, armadi, contenitori, con i tempi tecnici dell'espletamento delle gare d'appalto, delle procedure che lo Stato deve seguire». Infine: oggi si celebra, in tutto il vecchio continente, la «Festa europea della musica» e l'Archivio di Stato di Bergamo, con la collaborazione dell'Associazione bergamasca Bande musicali presieduta da Antonio Padovano, ha allestito la mostra «Figurini di bande musicali nella Bergamasca alla fine del XIX secolo» (alle 10,30 concerto al Quadriportico del Sentierone). In parallelo, all'Archivio di via Tasso, dal 23 giugno al 5 settembre si potranno visitare gli originali.

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