Bergamo, due pensionati su 10
chiedono aiuti economici

In Bergamasca due pensionati su 10 si rivolgono a vari enti per avere assistenza economica: l'allarme arriva dalla Cisl. La situazione, secondo Fausto Gritti, segretario generale della Fnp-Cisl di Bergamo, è allarmante e per questo, se non ci saranno risposte concrete, il sindacato è pronto ad altre iniziative «dopo quella che ci ha visto in piazza a Roma l’11 giugno: iniziative unitarie perché le rivendicazioni che i pensionati fanno sono patrimonio comune di tutti i sindacati».

Gritti ricorda che «il sottosegretario di Stato al Lavoro, Salute e Politiche sociali, Pasquale Viespoli, ha indetto per martedì 7 luglio un incontro unitario ufficiale sulla piattaforma rivendicativa dei pensionati dopo l’impegno assunto dal presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, a rimettere in calendario la discussione sulla legge popolare di solidarietà per i non-autosufficienti».

«Almeno 500 milioni per i non-autosufficienti - scrive il segretario della Fnp di Bergamo in una lettera aperta - il governo deve trovarli. Per il 2010 non sono previsti stanziamenti e inoltre si deve ancora concordare una progressione d’impegno per l’estensione graduale, nell’arco della legislatura, della cosiddetta quattordicesima a tutti i pensionati, già formalizzata col precedente governo. Chiediamo, quindi, di costituire una commissione che individui un paniere Istat incentrato sui beni di prima necessità per gli anziani, di cui al decreto ministeriale del 10 dicembre del 2007».

«Di tutto ciò - continua - non c’è traccia nella manovra che il governo ha varato venerdì scorso. Ed è per questo che il nostro giudizio e del tutto negativo. Voglio solo ricordare che negli ultimi 15 anni le pensioni hanno perso il 30% del potere d’acquisto. Inoltre, in 17 anni, le pensioni non sono mai state rivalutate, come prevedeva la riforma Dini, e non è mai stata istituita una specifica commissione con il compito di affrontare tale problema».

La non autosufficienza - prosegue - non è solo un problema di anziani, ma riguarda tutta la società e in particolar modo le famiglie che finora si sono sobbarcate questa assistenza. In Italia, secondo uno studio dell’Istat, ci sono 2.609.000 persone disabili con totale mancanza di autonomia. Se poi si allarga il bacino a persone con una "apprezzabile difficoltà" nello svolgimento di almeno una funzione vitale, il numero sale a circa 6.980.000 italiani. Dati destinati ad aumentare sensibilmente con l’innalzamento dell’età anagrafica.

«La spesa previdenziale continua ad aumentare, ma va spiegato che in essa vengono calcolate “previdenza + assistenza + ammortizzatori sociali + soccorso alle imprese che devono tagliare gli organici”. Gli importi corrisposti ai pensionati sono relativamente modesti e, per la metà, non superano la soglia di povertà, per lo più sono donne. La media dell'importo mensile erogato dall'Inps ai pensionati italiani (16 milioni circa di persone) è di 654,86 euro mensili».

«In Italia, un pensionato su due è povero con una pensione che non supera la soglia dei 500 euro al mese, quasi 1.800.000 non oltrepassano nemmeno la soglia dei 250 euro al mese». Ecco perché il sindacato è pronto a una ulteriore protesta.

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