Uccise la fidanzata: chiesti 12 anni
di carcere più 3 in una casa di cura

Dodici anni di reclusione, con la concessione dello sconto di pena per un vizio parziale di mente, e dopo aver scontato la condanna tre anni di in casa di cura e custodia. È stata questa la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero, durante l'udienza preliminare, nei confronti di Massimiliano Pippia, 23 anni di Bergamo, accusato di omicidio volontario.

Secondo la contestazione il giovane, che si trova all’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia, un anno fa, a fine luglio 2008, avrebbe ucciso, soffocandola, l’ex fidanzata Barbara Brandolini, di 27 anni. La tragedia era stata scoperta grazie alla segnalazione dei parenti della ragazza.

In udienza di convalida l'imputato aveva spiegato di aver ucciso la ragazza per dar seguito anche ad un suo desiderio, dato che entrambi sarebbero stati stanchi di vivere. Il responsabile del centro di Reggio Emilia ha sostenuto che Massimiliano Pippia avrebbe avuto una capacità di intendere e di volere «grandemente scemata» al momento del fatto. «Per quanto da me osservato - ha aggiunto - attualmente Pippia non è socialmente pericoloso, se non per se stesso».

Il pubblico ministero, nella sua requisitoria, ha tenuto conto della perizia iniziale, ma l’avvocato di parte civile ha chiesto che a Pippia non venga concessa l’attenuante della parziale incapacità di intendere e di volere, e ha chiesto un risarcimento di 500 mila euro per ciascuno dei genitori. L’udienza è stata quindi aggiornata al 15 luglio.

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