Sarpi, «vessati all'esame»
Proteste e ricorsi

Va bene il rigore, ma quando è troppo è troppo. Archiviata anche per quest'anno la prova della maturità caratterizzata, perlomeno a livello nazionale, da un numero maggiore di bocciature rispetto agli anni passati, c'è chi ne conserverà un pessimo ricordo per tutta la vita. È il caso di due studentesse di terza, sezione H, del liceo classico Sarpi, che ammesse bene all'esame si sono ritrovate bocciate. Non solo, ma tutta la loro classe - come denuncia una lettera firmata dagli studenti e inviata al nostro giornale - ha dovuto fare i conti con un clima pesantissimo durante le prove, scritte e orali, con la conseguenza di un rendimento inferiore alle capacità degli allievi, che si è tradotto in voti bassi per tutti. «Siamo diciannove studenti - si legge nella lettera -.

Il risultato dell'esame di Stato? Due bocciati, cinque ragazzi usciti col sessanta e, voto massimo raggiunto, novanta su cento». O siamo una classe disastrosa e gravemente impreparata, si domandano gli studenti, oppure durante l'esame qualcosa non è andato come doveva. Al punto che alcuni genitori hanno già chiesto di vedere la documentazione degli esami e si annunciano ricorsi. A ferire gli studenti della 3ªH è stato soprattutto l'atteggiamento dei loro stessi docenti che «hanno in più casi infierito sulla nostra prova d'esame, creando situazioni di precarietà che sono poi culminate nella bocciatura di due nostre compagne, due ragazze la cui ammissione all'esame non era nemmeno stata discussa, una di loro era stata presentata senza alcuna insufficienza».

E se la situazione era già critica durante gli scritti (ai ragazzi è stata chiesta nella terza prova, quella preparata dalla commissione, lo studio di una funzione matematica tralasciando invece la domanda di greco) le cose sono precipitate durante gli orali: «Il clima era talmente teso che alcuni di noi quasi non si volevano presentare davanti alla commissione - spiegano gli studenti - e comunque è mai possibile che una nostra insegnante si sia permessa durante una di queste due interrogazioni di esprimere un giudizio di totale negatività sulla tesina appena esposta, compromettendo così il sereno svolgimento della restante parte del colloquio?». Pur sconfortati, gli studenti della 3ªH non hanno perso senso critico e anche un po' di sana ironia: «Le valutazioni bassissime nelle prove scritte - fanno notare - spesso sono state motivate da correzioni di puro stampo ginnasiale: sono state per esempio penalizzate scelte stilistiche attuate dallo stesso Luciano Canfora nella sua traduzione riportata sul Corriere della Sera (per fortuna che Canfora non va al Sarpi, altrimenti dubitiamo che raggiungerebbe la sufficienza)». Intanto, dalla Sicilia, dove al momento si trova il presidente della commissione che ha esaminato i ragazzi della 3ªH, è arrivato un secco no comment, mentre la preside del Sarpi, Giovanna Govoni, non ha potuto far altro che prendere atto con stupore di quanto successo: «Purtroppo non posso dire nulla in merito, in quanto durante gli esami non ero presente a scuola (i dirigenti infatti per gli esami di maturità vengono generalmente assegnati ad altro istituto). Sono comunque molto dispiaciuta anche perché in questa classe non c'erano i presupposti né per le due bocciature né per votazioni così basse. Oggi come richiestomi da un genitore di una delle due studentesse fornirò tutta la documentazione sulle prove d'esame».

Decisi a non far passare la cosa sotto silenzio un genitore ha già detto che farà ricorso, anche se nel caso di suo figlio non si tratta della bocciatura, mentre le due ragazze direttamente interessate si sono chiuse nel silenzio, rotto però dai compagni: «Non cerchiamo compatimento, vogliamo solo sapere se sia giusto tutto ciò. Vogliamo sapere se sia giusto che dopo cinque anni di travagli nella scuola più selettiva di tutta la provincia, una scuola che mortifica gli studenti (spesso anche con esiti tragici), una classe intera, una classe come tante altre nel bene o nel male, venga trattata in questo modo. Siamo stati cacciati disumanamente da una scuola che sicuramente ci ha dato tanto, ma che allo stesso tempo ci ha tolto moltissimo».

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