Legambiente annuncia battaglia
«Così si devasta l'agricoltura»

Nel giorno dell'inaugurazione del cantiere, gli ambientalisti di Legambiente annunciano l'intenzione di riprendere la battaglia legale contro la Brebemi, opera che definiscono «un de profundis per l'agricoltura della pianura più fertile d'Europa». La protesta è andata in scena ieri a suon di salami nostrani, prosciutti di Caravaggio, meloni di Calvenzano e vini di Franciacorta.

«La Brebemi serve a questo – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – a creare un comodo accesso alle future speculazioni edilizie che sorgeranno dove oggi ci sono cascine e campi agricoli. Non c'è altra spiegazione plausibile per un'autostrada inutile, che nasce nell'hinterland bresciano e si impantana a Liscate in mezzo alla campagna del Parco Sud, in attesa della futuristica tangenziale esterna di Milano». I campi, si legge nel comunicato diramato da Legambiente, «verranno spazzati via per una larghezza pari a cinque volte quella del nastro d'asfalto: 1200 ettari di campagna cancellati per essere occupati dal sedime di autostrada, ferrovia, scarpate e spazi interclusi tra le due opere, che diverranno inaccessibili e quindi inutilizzabili».

Patrizio Dolcini, coordinatore dei circoli Legambiente della bassa bergamasca, da sempre oppositori di BrebemI, è drastico: «Formigoni ha optato per una soluzione radicale ai problemi in cui si dibatte il comparto agricolo lombardo: eliminare gli agricoltori. Altro che ospitare la sfida di nutrire il pianeta con Expo 2015».

«Con i nostri ricorsi sveleremo i trucchi della finanza di progetto, che porterà i contribuenti a pagare l'autostrada due volte: la prima volta per costruirla, la seconda per pagarne i pedaggi – annuncia Dario Balotta, bresciano ed esperto di trasporti per Legambiente -. Un duplicato della Milano-Venezia non aiuterà a risolvere i problemi che hanno i bresciani a raggiungere il centro di Milano: non servono nuove corsie in mezzo alla campagna, occorre risolvere il nodo di congestione delle tangenziali milanesi e disporre di una efficiente alternativa ferroviaria».

Gli ambientalisti non risparmiano critiche alla qualità del progetto, giudicata pessima. «Ci sono voluti 10 anni - scrive ancora Legambiente - per fare un progetto privo di compensazioni ambientali, se si escludono 4 milioni di euro da dividere tra i cinque parchi regionali che verrebbero devastati dai cantieri: alle compensazioni ambientali verrà destinato solo lo 0,25% dei costi complessivi dell'opera. Ma la nostra battaglia legale è appena iniziata: non appena sarà pubblicata la delibera Cipe che approva il progetto definitivo, i nostri legali si metteranno al lavoro per impugnare anche quella».

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