Orio, la Provincia cambia rotta
«Sacbo apra ai privati»

«Sacbo? Credo che dovremo aprire ai privati». Il presidente della Provincia Ettore Pirovano ritiene strategica la quota che via Tasso detiene nella società che gestisce l'aeroporto di Orio al Serio. Ma, a differenza del suo predecessore Valerio Bettoni, non è affatto convinto «che la Provincia, per avere voce in capitolo, per forza debba essere quella più pesante». Né, tantomeno, che si debba dismettere la partecipazione in Serenissima per riscattare altre quote. Anzi, ammette: «Ho bloccato la vendita delle quote della Provincia nella società autostradale Brescia-Padova per 9,6 milioni di euro (già deliberata dal Consiglio provinciale, durante lo scorso mandato, ndr), perché mi sembra assurdo privarsi di una partecipazione in un'altra società importante che dà anche un certo potere contrattuale alla Provincia, solo per aumentare la nostra quota di partecipazione in Orio».

La riflessione sulle partecipazioni azionarie della Provincia era emersa durante il forum de «L'Eco di Bergamo» con il leader di via Tasso. Pirovano trova «giusto avere voce in capitolo e capacità gestionale all'interno di Sacbo», ma ha seri dubbi sul fatto che sia opportuno «che il pubblico abbia una quota maggiore del 13 e qualcosa per cento che già ha». Semmai «ci sono altri sistemi. Credo che dovremo aprire ai privati». Privati locali o fondi d'investimento? «I fondi d'investimento - risponde il presidente della Provincia - mi spaventano, non si sa mai chi c'è dietro. Mi piacerebbe vedere in faccia quello che ci mette i soldi, perché tra esseri umani ci si intende meglio». E a chi gli fa notare che al momento sono i fondi che hanno i soldi, replica: «Sì, ma ci sono anche dei privati che li hanno». Niente a che fare con Benetton («Benetton se ne stia in Veneto»): Pirovano guarda piuttosto in casa.
Anche la Provincia, come Palafrizzoni in versione centrodestra, a fine anno non intende quindi acquistare altre quote Sacbo. Lo stesso sindaco Franco Tentorio, infatti, ha già dichiarato che «l'aeroporto è un valore assoluto dell'economia bergamasca, ma non è detto che debba essere di proprietà del Comune o di altri enti pubblici. L'importante è che funzioni e rispetti gli interessi della comunità».

Il pacchetto azionario bergamasco all'interno di Sacbo è attualmente del 69,02%, dopo l'acquisto, nel febbraio scorso, del 19% (per 40 milioni di euro) messo in vendita da Sea da parte di Banca Popolare-Ubi, Credito bergamasco, Camera di commercio, Confindustria e Italcementi. Banca Popolare-Ubi e Camera di commercio hanno sottoscritto anche la quota di Comune e Provincia, riservando a Palafrizzoni e via Tasso il diritto di riscattarla da lì a un anno. L'ex sindaco Roberto Bruni aveva già manifestato perplessità sull'ipotesi di esercitare la prelazione per l'intera quota riservata (che avrebbe comportato un esborso di 11 milioni di euro), preferendo invece un riscatto parziale. Mentre l'ex presidente della Provincia Valerio Bettoni era stato accesissimo fautore dell'operazione, pronto ad acquistare l'intero pacchetto «per mantenere l'aeroporto in mani bergamasche». La copertura sarebbe appunto derivata dalla vendita delle quote della Provincia in Serenissima. Ma cambiate le amministrazioni, dopo il turnover elettorale, è cambiata anche la musica su Orio al Serio.

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