Al via tre anni di rilevazioni
per valutare la salute dell'Oglio

Uno studio approfondito e una serie di monitoraggi per misurare lo stato di salute del fiume Oglio da lago d'Iseo in giù, e capire come gestire le (poche, in estate) acque in modo da conciliare le esigenze del turismo, dell'agricoltura e delle centrali idroelettriche. È decollato in questi giorni il progetto triennale per la sperimentazione del «deflusso minimo vitale» nell'Oglio.

Si tratta di una campagna che attraverso stazioni di monitoraggio della fauna ittica, dello stato idraulico e di analisi chimico-fisiche-biologiche periodiche vuole indicare quale sia lo stato di salute del fiume Oglio e quindi il deflusso minimo vitale utile. Una iniziativa voluta dal Consorzio dell’Oglio di Brescia e autorizzata dalla Regione Lombardia, che interesserà un percorso compreso fra la diga di Sarnico e la foce del fiume Po, per complessivi 154 chilometri su un territorio che abbraccia quattro province: Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.

«L’iniziativa si propone di studiare il comportamento del fiume in presenza di diversi valori di portata di rilascio lungo l’intero alveo, e non solo in poche sezioni di riferimento - spiega Paolo Brescianini, presidente dell’ente sovracomunale con sede a Brescia e che si occupa della regolazione delle acque del Sebino - Riteniamo necessario conoscere quali siano le soglie critiche di portata sopportabili nell’ambiente fluviale. Insomma, capire se il 10% di deflusso minimo sia la soluzione ideale dal punto di vista ambientale per il fiume e di riflesso anche per il lago».

Alla sperimentazione, oltre al Consorzio bresciano, partecipano il Parco dell’Oglio Sud e il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’’Università di Parma. Progetto che il Consorzio ha deciso di allargare all’intero percorso del fiume, e non soltanto ai 32 chilometri sui quali gestisce le derivazioni esistenti. La sperimentazione richiederà una spesa di circa 220 mila euro l’anno interamente sostenuta dal Consorzio e per la quale si cercherà di accedere ai finanziamenti pubblici.

Sono previsti monitoraggi con 4 campagne di misurazioni annuali, mediante l’utilizzo di 80 stazioni di misura sul fiume. Saranno impiegate 15 persone fra tecnici e operatori qualificati. I risultati saranno periodicamente verificati dalla Regione attraverso un tavole tecnico di lavoro che vedrà il coinvolgimento degli Enti locali”.

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