Cronaca / Hinterland
Venerdì 18 Settembre 2009
Al test per la facoltà di Ingegneria
80 sufficienze su 460 partecipanti
Gli aspiranti ingegneri che si iscrivono alla facoltà di Ingegneria di Dalmine sanno poco, e altrettanto poco si impegnano. Lo sostiene uno studio realizzato da Tullio Caronna, docente di Chimica nella facoltà, che da due anni raccoglie ed elabora i risultati del test d'ingresso che viene affrontato a inizio anno dai neo iscritti.
A proposito di quello dello scorso 2 settembre, sui 460 ragazzi che hanno sostenuto la prova in poco più di 80 hanno raggiunto la sufficienza, mentre più della metà, oltre 260, ha ottenuto un punteggio che si è attestato tra i 30 e i 60 centesimi.
Solo una sessantina ha preso tra i 50 e i 60 punti, che corrisponderebbero a una insufficienza non grave, mentre in circa 200 non hanno raggiunto nemmeno i 50/100.
Il test non è una prova selettiva, perché ad Ingegneria non esiste il numero chiuso, serve però ai docenti per farsi un'idea della preparazione di chi andrà a seguire i loro corsi.
«I numeri parlano da soli – afferma il prof. Caronna -. E l'altro dato che va sottolineato, insieme a quello della sostanziale impreparazione di questi ragazzi, è il fatto che nella seconda parte della prova la concentrazione cala verticalmente e vengono fuori punteggi ancora più bassi». Il test è infatti costituito da cinque parti: logica, comprensione verbale, matematica 1, scienze e matematica 2.
Per sostenerlo i ragazzi hanno a disposizione due ore e mezza e sembra che allo scoccare della seconda ora la concentrazione crolli.
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