Un bollino certifica il pane fresco
Ma l'Aspan boccia l'iniziativa

I panificatori bergamaschi non adotteranno i nuovi bollini bianchi per certificare la produzione di pane fresco, anche se l’iniziativa porta la firma della Federazione italiana panificatori (Fippa), cui aderisce l'Aspan di Bergamo. Il presidente Roberto Capello spiega: «Non vogliamo prendere in giro i consumatori incensandoci da soli. Il pane fresco è un prodotto che i panificatori realizzano naturalmente e silenziosamente ogni notte». Quello congelato è un’altra cosa, un articolo che non appartiene alla cultura del panificatore.

La Bergamasca conta complessivamente 400 panifici, di cui 60 in città più una novantina di rivendite, in ciascuno dei quali lavora una media di 5 addetti. Secondo la Fippa, sarebbero già 600mila i bollini bianchi distribuiti in quasi la metà dei 25mila panifici italiani. In tutto, sono 40 le province del Paese presso cui la Federazione italiana panificatori ha distribuito, attraverso le proprie sedi locali, i nuovi bollini per certificare il pane fresco.

Un compito questo che però, secondo l’Aspan di Bergamo, non può essere svolto dalla stessa associazione di categoria ma unicamente da un ente certificatore super partes, ovviamente dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso. Il bollino, secondo la Federazione, è pensato per tutelare domanda e offerta, in attesa dell’emanazione di un regolamento che definisca finalmente la differenza tra pane fresco e gli altri tipi di pane. Ma Bergamo non sarà l’unica provincia a bocciare i bollini bianchi: «una posizione – annuncia Capello – che è stata condivisa a livello regionale. La Lombardia conta in tutto 4.800 panifici».

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