Tumore al colon, nuova terapia
Aumentata la sopravvivenza

Un anticorpo biologico come il panitumumab associato alla chemioterapia aumenta di due mesi la sopravvivenza dei pazienti con tumore al colon. È quanto affermato al Congresso Europeo di Oncologia (Ecco-Esmo) in corso a Berlino. «Oggi sono almeno 7 i farmaci attivi contro il tumore del colon metastatizzato - spiega Roberto Labianca, direttore dell'oncologia ed ematologia agli Ospedali Riuniti di Bergamo - e ogni mese si registrano progressi, piccoli e grandi passi verso la cronicizzazione della malattia. Il tumore al colon è uno di quelli più frequenti, con 38-40 mila casi ogni anno in Italia».

«La chirurgia è il primo passo - aggiunge - e guarisce la metà dei pazienti, ma molto dipende dallo stadio in cui si trova il tumore: quelli al primo stadio guariscono al 99%, ma sono solo il 5% del totale. Da tempo si sta cercando di estendere a tutta Italia i programmi di screening, per far salire quel 5% intervenendo in maniera sempre più precoce».

Dove la chirurgia non basta, c'è la chemioterapia. Labianca afferma che «se un tumore del colon metastatizza, la sopravvivenza media è di 5-6 mesi senza alcun trattamento. La chemioterapia ha portato questo tempo medio di vita a 2 anni e in alcuni casi fino a 3-4 anni. In questa fase si inseriscono 3-5 linee di terapia: panitumumab usato da solo come terza linea di trattamento ha aggiunto 4 mesi senza progressione della malattia». La scoperta che un terzo dei pazienti ha il gene Kras mutato, e che per questo non risponde al farmaco, ha permesso di concentrare la terapia biologica sui restanti due terzi. Lo studio di fase III che unisce panitumumab e chemioterapici dimostra che la risposta al farmaco aumenta di 3 volte assicurando in media altri due mesi in più (con punte di 4-6 mesi) di libertà dalla progressione della malattia. Un periodo di tempo importante, durante il quale si possono tentare altre strade, altre terapie che hanno lo scopo di controllare la malattia cronicizzandola.

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