E' morto don Pietro Balzi
La commozione dei brasiliani

«Amici, oggi 5 ottobre alle ore 10,45 ora brasiliana - ore 15,45 ora Italiana - padre Pedro ci ha lasciato per il Paradiso». Comincia così la mail di Oreste, inviata ieri da Teresina, in Brasile, al Centro missionario diocesano. Padre Pedro è don Pietro Balzi, 82 anni, sacerdote bergamasco della Comunità missionaria Paradiso, originario di Ponte Nossa. Era in Brasile, a Teresina, nel Nordest, dal 1987. Vi era arrivato dopo 22 anni di missione in Bolivia, a La Paz.

Un uomo straordinario padre Pedro. Oreste, volontario dell'associazione «Amici di padre Pedro», nella mail racconta gli ultimi momenti della vita di questo sacerdote e annota che subito dopo l'annuncio della morte, dato dalle campane, «una fiumana di gente si è riversata nella chiesa», dove il corpo di padre Pedro è stato esposto per la veglia e la preghiera. Oggi alle 15 brasiliane (le 21 in Italia) ci sarà la Messa solenne e poi, in corteo, verrà accompagnato al cimitero. Sabato 10 ottobre, poi, alle 19 brasiliane, ci sarà «una solenne celebrazione liturgica alla presenza del vescovo e di tutti i sacerdoti che vorranno partecipare. Non vi dico – annota ancora Oreste – le attestazioni di affetto che sto vedendo verso padre Pedro».

Un uomo amato, padre Pedro, perché a sua volta ha amato moltissimo le persone affidate alla sua cura, nella missione in Bolivia prima e in Brasile poi. È concorde la testimonianza di due sacerdoti bergamaschi – don Davide Rota e monsignor Basilio Bonaldi – che con lui hanno condiviso una parte dell'impegno missionario in Bolivia. E sulla stessa linea d'onda il ricordo di suor Letizia, madre generale delle Orsoline di Somasca con le quali padre Pedro ha operato in Brasile. In Bolivia padre Pedro è stato uno dei primi preti bergamaschi ad arrivare, dopo don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti. Nel 1964, dopo una breve esperienza di curato a Mariano e 13 anni da parroco nella diocesi di Chioggia, è «sbarcato» a La Paz, nella parrocchia di Munaypata e vi è rimasto fino al 1986. «Un tipo tosto», lo ricorda don Davide Rota. «Ci credeva così tanto – aggiunge – da spaventare un po' chi, come me, era alla prima esperienza. Poi mi ha insegnato i rudimenti della missione». «Un uomo tutto dedicato agli altri – sottolinea don Basilio Bonaldi – di una estrema sobrietà di vita e di una laboriosità instancabile».

A La Paz padre Pedro ha edificato l'ospedale Giovanni XXIII, per i poveri, le scuole, alcune chiese nel territorio della parrocchia, la casa per i preti e tante altre opere. «Non aveva paura di niente e pensava sempre in grande», annota don Rota. «E in questa attività intensissima – aggiunge don Bonaldi – non perdeva mai l'occasione di fare la catechesi, di annunciare il Vangelo». Un uomo indaffaratissimo, che sapeva però chinarsi su ogni persona, ascoltare e commuoversi. «Si fermava davanti alle persone – dice ancora don Bonaldi – e aveva sempre una buona parola. Coltivava intense relazioni personali e si commuoveva». «Per lui, ad esempio – racconta don Rota – il pensiero di andarsene e lasciare la missione era troppo duro. Di fatto, quando è tornato in Italia l'ha fatto senza dire niente a nessuno. Un giorno lo aspettavo a pranzo, dopo che era andato, come al solito, all'ospedale. Non è arrivato. Dopo un po' è arrivato il custode che mi ha consegnato le chiavi di padre Pedro e mi ha detto: è partito». Dalla Bolivia in Brasile, terre diverse, stessa «musica»: attività instancabile, opere per i poveri, vita esemplare, grande affetto per le persone. È qui il segreto di don Pietro Balzi, come racconta chi l'ha conosciuto: «Credeva totalmente nella sua vocazione e alla missione ha donato tutta la vita».

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