Soggiu

«Si comunica l’avvenuta riapertura del caso in oggetto, al fine di completare l’acquisizione degli elementi oggettivi necessari per una esatta definizione dell’evento mortale»: così scrive il dirigente della sede Inail di Sassari, Fabio Valente Pietrosanto, nella raccomandata inviata, in data 8 ottobre, alla vedova di Mario Soggiu, il lavoratore sardo che ha perso la vita nel cantiere del nuovo ospedale di Bergamo il 15 luglio scorso.

«La raccomandata conferma purtroppo che il riconoscimento all’infortunio non è ancora certo», ha detto poco fa Mirco Rota, segretario generale provinciale della Fiom-Cgil, che sta seguendo il caso. «Per i nostri legali, invece, ci sono tutte le condizioni perché quanto è accaduto possa essere riconosciuto come infortunio sul lavoro a tutti gli effetti. L’immediata azione della Fiom ha portato almeno per ora l’avvio della procedura per l’erogazione delle prestazioni del "Fondo di sostegno per i familiari delle vittime di gravi infortuni sul lavoro"».

All’inizio di ottobre l’Inail sul caso aveva scritto: «Non spetta alcuna indennità in quanto l’infortunio non risulta avvenuto per rischio lavorativo, bensì per il verificarsi di rischio generico incombente su tutti i cittadini e comune ad altre situazioni del vivere quotidiano».

I legali della Fiom-Cgil insieme al Patronato Inca-Cgil di Sassari martedì 20 ottobre presenteranno l’opposizione al rigetto del riconoscimento al diritto all’indennizzo che Inail aveva comunicato alla vedova di Soggiu.

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