Nuova sede a Porta Sud
La Provincia non fa ricorso

Niente ricorso al Consiglio di Stato. Via Tasso ha deciso: non ci sarà appello sulla sentenza del Tar di Brescia che ha invalidato l’esito della gara per la nuova sede della Provincia, nell’area di Porta Sud, sull’ex scalo merci. «Le motivazioni ci sembrano ben fondate e quindi non ricorreremo», spiega il presidente Ettore Pirovano. Il che, sulla carta, non significa la fine del progetto, ma una sorta di ritorno alla fase della selezione dei 10 finalisti.

La sentenza del Tar ha infatti annullato i verbali relativi alla selezione dei 10 concorrenti, assumendo che vi sia un vizio rappresentato dalla carenza di motivazione. In pratica nel verbale della giuria non ci sarebbe stata un’adeguata formulazione dei criteri che avevano portato alla scelta dei progetti, tale da poter ricostruire così l’iter logico seguito. «E noi ripartiamo da qui», spiega Pirovano: «Convocherò la commissione esaminatrice per far ricominciare l’iter». Nel frattempo un primo risultato, visto da Via Tasso c’è: «Nel bilancio 2010 potremo usare i 3 milioni e passa di euro stanziati per la prima fase della nuova sede su qualcosa di più concreto, urgente e immediato». E la nuova sede? «Non ho detto che non si farà: la previsione di spesa la inserirò nel bilancio pluriennale».

La strada del ricorso amministrativo non è comunque esclusiva dei primi ricorrenti. Nella fattispecie i bolognesi dello studio Cuccinella, che prima si sono visti negare dal Tar la sospensiva, salvo poi vedere accogliere le proprie ragioni una volta entrati nel merito della questione. Ad ogni modo è probabile che a questo punto il ricorso lo mettano sul tavolo i vincitori della gara internazionale, il team guidato dall’archistar giapponese Arata Isozaki, nel quale c’è il bergamasco Attilio Gobbi.

Poi c’è il problema della giuria, che dovrebbe tornare a riunirsi sì, ma per fare cosa? Riesaminare i 100 progetti arrivati lo scorso gennaio o semplicemente motivare le ragioni della propria scelta sui 10 finalisti? Perché comunque un orientamento preciso era stato espresso sia al momento di scegliere i 10 che decretare la vittoria di Isozaki: per quale motivo ora bisognerebbe fare marcia indietro? Tra le altre cose i ricorrenti insistevano sia sull’esplicita indicazione dei criteri che avevano portato alla scelta, sia sul fatto che alla presidenza della giuria non ci fosse «un funzionario apicale dell’amministrazione appaltante». Tesi rigettata però dai giudici amministrativi. Quindi la giuria rimane nella pienezza delle proprie funzioni, e l’orologio torna indietro al 29 gennaio, giorno della scelta dei magnifici 10.

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