Manifestanti contro Casa Pound
urla e insulti, ma nulla di più

Qualche fumogeno, parecchi insulti, un attimo (ma proprio uno di numero) di tensione e poi tutto fortunatamente è finito lì. Niente di nemmeno lontanamente paragonabile alla serata del 28 febbraio scorso, quando la manifestazione dei centri sociali contro l’apertura della sede di Forza Nuova era degenerata in duri scontri.

Venerdì sera, invece, la protesta contro il convegno organizzato da Casa Pound (organizzazione non conforme decisamente di destra, con tendenze marcate verso l’estremità) si è risolta con una corteo dei centri sociali e dell’area antagonista fino in via Legrenzi, sede designata dopo lo spostamento dalla sala consiliare di Via Tasso, decisa dal prefetto per motivi di ordine pubblico.

Per una mezzoretta è stato un florilegio di insulti «ai fascisti» e alla forze dell’ordine schierate lungo la via a protezione dell’ex sede della Circoscrizione 5, teatro del convegno «destra radicale/destra terminale». 

Fortunatamente la situazione non è degenerata, anche per il massiccio schieramento di carabinieri e polizia che fin dalle 18,30 avevano bloccato la via sia all’incrocio con via Corridoni che dal lato di viale Giulio Cesare, strada seguita dai manifestanti, un centinaio circa. Alla fine, dopo qualche minimissima tensione. i manifestanti sono tornati sui propri passi, fino a Porta Nuova, dove verso le 22,30 il corteo si è sciolto.

Dentro la sala, una cinquantina di ragazzi di destra. Teste rasate, look da skinhead e anfibi, come da copione. Prima della conferenza, i relatori Gabriele Adinolfi (tra i fondatori del gruppo eversivo di destra Terza Posizione) e il giornalista Ugo Maria Tassinari hanno voluto dire la loro sulle polemiche di questi giorni: «Che i fascisti non debbano parlare non è giusto, è solo un confronto tra uno studioso e un intellettuale: non siamo un’associazione sovversiva».

Ma la Bergamo antifascista nel frattempo era ben presente in piazza, anzi nelle piazze: in Vittorio Veneto quella del Pacì Paciana e dell’area antagonista, insolitamente silente ma pronta a spostarsi in via Legrenzi, come sarebbe accaduto da lì a poco. Più istituzionale quella politica che si è data appuntamento davanti a Palafrizzoni per protestare contro la decisione dell’amministrazione Tentorio di assegnare comunque una sala a Casa Pound e ascoltare le parole di Salvo Parigi, vicepresidente dell’Anpi (l’associazione dei partigiani).

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