Stambecchi malati sulle Orobie
Una squadra in azione per curarli

Stambecchi malati sulle nostre montagne. La Polizia provinciale e il servizio Faunistico ambientale della Provincia hanno ricevuto segnalazioni da alcuni escursionisti e dalla sezione del Cai sulla presenza di alcuni esemplari di stambecco, presenti alle quote più alte delle Orobie, con sospette patologie agli occhi.

Il Nucleo ittico venatorio della Polizia provinciale si è quindi attivato per localizzare gli stambecchi e, con il supporto dei servizi di medicina veterinaria dell’Asl e dell’Istituto zooprofilattico ha organizzato uno specifico intervento congiunto per giungere a una diagnosi del sospettato evento patologico.

Sul Passo di Valsecca, a quota 2.450 metri nel Comune di Carona, è stato catturato con un dardo narcotizzante un primo esemplare di stambecco maschio di oltre tredici anni di età, che presentava lesioni a carico degli occhi. Il personale è addestrato all’uso di un apposito fucile lancia-siringhe che permette di iniettare a distanza un farmaco narcotico, prescritto da medici veterinari, in grado di indurre negli animali selvatici uno stato di temporanea sedazione, più o meno profonda, per consentire di intervenire garantendo sia la sicurezza dell’animale che quella degli operatori.

Una volta immobilizzato l’animale, i veterinari hanno potuto prelevare vari campioni di materiale biologico e, in particolare, hanno eseguito un tampone oculare per accertare l’origine e le cause della malattia. Prima di risvegliare lo stambecco narcotizzato, tramite la somministrazione di un apposito antidoto, è stato attuato un intervento curativo sull’animale mediante applicazione di una pomata oculare e l’iniezione di antibiotico a lunga azione. Allo stambecco è stato anche applicato un radiocollare che ne renderà possibile l’individuazione dell’animale sul territorio.

Sono seguiti poi altri cinque avvistamenti di animali con sintomatologia simile, sebbene in stadi evolutivi tra loro diversi. In particolare in località “Bocchetta del Poledrì”, a quota 2.550 mt circa sotto la cima del Pizzo Coca, sono stati avvistati due esemplari maschi di 4 anni d’età. In località “Passo del Diavolo”, a quota 2.350 mt circa sempre in Comune di Valbondione, è stato avvistato un maschio di 10/12 anni; mentre più in basso in località “Valmorta” a quota 2.100 mt circa, sono stati osservati un altro maschio di 8/9 anni e un esemplare sub-adulto di 2/3 anni.

Le analisi dei campioni hanno confermato la presenza della cheratocongiuntivite infettiva, malattia già endemica nelle popolazioni di camosci e stambecchi della vicina Svizzera; una patologia infettiva che colpisce gli occhi che si manifesta con una infiammazione della congiuntivite e della cornea.

Al momento sono stati segnalati animali affetti da tale patologia oculare in un tratto di arco orobico di circa 10 Km (dalla Bocchetta di Podavista, in Alta Val Brembana, alla Valmorta, in Alta Val Seriana, con episodi accertati anche in zone intermedie quali il Pizzo Grabiasca, il Pizzo Brunone e il Pizzo Coca). Tutte le località interessate dalla presenza degli stambecchi sono state georeferenziate con l’ausilio di Gps.

Lo stambecco è un ungulato presente sulle Orobie Bergamasche con una delle principali colonie dell’arco alpino: oltre 1.200 capi, risultato di una reintroduzione iniziata nel 1987, svolta in collaborazione con la Regione Lombardia e l’Università degli studi di Milano, con il rilascio di 88 esemplari provenienti dal Parco nazionale del Gran Paradiso.

La Provincia di Bergamo, con l’azione del Corpo di Polizia provinciale e del servizio Faunistico Ambientale, è attenta alla conservazione del patrimonio faunistico sia con la prevenzione e repressione del bracconaggio, che con il monitoraggio della consistenza delle specie e del loro stato sanitario. Gli interventi sono svolti in sinergia con le autorità sanitarie dell’Asl, la sezione di Bergamo dell’Istituto zooprofilattico sperimentale e l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Bologna.

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