Aeroporti, è boom di passeggeri in Italia
«Raddoppieranno nei prossimi 20 anni»

I dati Assaeroporti: dai 164 milioni del 2016 si arriverà a 311 nel 2035 e già a 289 tra 10 anni.

Nei prossimi vent’anni il traffico aereo raddoppierà negli aeroporti italiani fino a 311 milioni di passeggeri nel 2035. Sono in dati diffusi da Assaeroporti, in collaborazione con il Censis, all’evento per i 50 anni dell’associazione e sono calcolati in base ai tassi di crescita previsti per il traffico mondiale (Iata). Proiettando in avanti l’andamento registrato a livello nazionale nell’ultimo decennio, si arriva invece a una previsione di 289 milioni di passeggeri. Dati fondamentali per ridisegnare i nuovi assetti degli scali del Paese, soprattutto nel Nord Italia, dove nel giro di 100 chilometri insistono 3 dei primi 4 scali italiani: Malpensa, Linate e Orio al Serio. Senza contare Verona e Venezia (più Treviso) ad Est.

Lo scorso anno il traffico negli scali italiani ha superato i 164 milioni di passeggeri con un aumento del 21,8% negli ultimi 10 anni. E anche nel primo quadrimestre del 2017 c’è stata una crescita del 6,6%. In questo contesto, i nuovi contratti di programma prevedono investimenti di circa 4,2 miliardi di euro in cinque anni. Di questi il 93% proviene da risorse proprie delle società di gestione mentre il 7% è finanziato con risorse pubbliche.

«L’aviazione civile italiana è un settore di sviluppo, in crescita, che ha delle prospettive». Così il presidente di Assaeroporti, Fabrizio Palenzona. «Il sistema aeroportuale italiano: cardine e protagonista dello scenario socio-economico del Paese». Inoltre «i piccoli aeroporti sono fondamentali, perché hanno una loro tipicità e utilità di servizio pubblico - ha aggiunto -. Questo è un tema che il paese non può sottovalutare».

«Le low cost sono state un grandissimo fattore di sviluppo, per questo bisogna lavorarci insieme», hanno «svolto un servizio encomiabile, che va integrato con altre forme di trasporto» perché «chiudendosi non si intercetta il futuro».ha aggiunto Palenzona». «Saremmo ben felici di avere una compagnia di bandiera», ha concluso

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