Aiutiamo padre Fulgenzio in Tanzania
Solidarietà dalla California. E dal web

Lo scorso giugno banditi hanno seminato terrore tra i bambini del villaggio in Tanzania dopo lavora padre Fulgenzio Cortesi. I malviventi hanno rubato i fondi raccolti per uno scuolabus. Ad aiutare il missionario bergamasco anche la California. E il mondo web.

Lo scorso giugno dieci banditi avevano seminato terrore tra i bambini del «Villaggio della Gioia» di padre Fulgenzio Cortesi, in Tanzania, depredando computer, cellulari, macchine fotografiche, documenti, passaporti. Ma soprattutto, i fondi che il missionario bergamasco aveva raccolto per acquistare uno scuolabus necessario per poter aprire la prima scuola superiore del villaggio, permettendo ai ragazzi dei villaggi vicini di poterla raggiungere.

Lo sdegno e lo sconforto di questo gesto inqualificabile hanno scatenato una gara di solidarietà che ha varcato perfino i confini dell'oceano, raggiungendo l'università di Stanford, in California. Qui due ragazzi milanesi, Giulia Prete ed Edoardo Gianni, di 16 e 18 anni, entrambi studenti del liceo classico «Parini» di Milano, nel corso di una vacanza studio, hanno lanciato un'iniziativa per raccogliere i 20 mila dollari necessari all'acquisto del mezzo di trasporto. In che modo? Sfruttando una piattaforma informatica (www.indiegogo.com) pensata proprio per raccogliere fondi in modo semplice, diretto, anche versando piccole cifre, di cui avevano sentito parlare nel corso di una lezione tenuta dalla stessa cofondatrice del programma, Danae Ringelman. 

Il perché della scelta di aiutare padre Fulgenzio lo spiegano loro stessi, nella pagina web dedicata alla raccolta fondi, accessibile all'indirizzo: www.indiegogo.com/schoolbus4baba. «Abbiamo scoperto il villaggio attraverso alcuni amici italiani che erano con noi quest'estate alla Stanford University, e che avevano fatto un'esperienza di volontariato da Baba Fulgenzio. Ciò che ci ha unito è la passione per aiutare gli altri e quando abbiamo ascoltato quello che era successo ai bambini lo scorso 5 giugno, ci siamo detti: dobbiamo correggere l'ingiustizia che è stata fatta loro, una semplice donazione può fare la differenza. Non possono essere privati di una cosa tanto importante quale l'istruzione, indispensabile per garantire loro un futuro migliore e felice». Gli studenti hanno anche realizzato un videoclip di tre minuti che racconta, come un cortometraggio, i volti sorridenti dei bambini del Baba, la felicità e la speranza del villaggio improvvisamente interrotti dall'irruzione dello scorso giugno e che termina con un messaggio di speranza. L'obiettivo 20 mila dollari rimane ancora lontano (nel count-down che compare a destra dello schermo, risultano per ora raccolti 1.678 dollari), ma per aderire c'è ancora tempo fino al 19 ottobre.

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