Ambulante chiede 3000 euro a immigrato indiano di Chiuduno per firmare il permesso di soggiorno

«Vuoi che firmi il contratto in prefettura? Allora portami tremila euro. Altrimenti, niente permesso di soggiorno». È andata male a E. P., 50 anni, di Montirone (Brescia), fruttivendolo ambulante, arrestato per estorsione ai danni di un ventunenne indiano residente a Chiuduno: secondo l’accusa, costringeva a pagare cittadini extracomunitari per ottenere permessi di soggiorno. I carabinieri l’hanno colto con le mani nel sacco mentre prendeva le banconote, siglate prima dello scambio.

Ora l’ambulante è in carcere, a Brescia, in attesa dell’interrogatorio di convalida. I carabinieri della stazione di San Zeno (Brescia) sono arrivati a lui grazie alla denuncia di un suo dipendente, un cittadino indiano di 21 anni residente a Chiuduno, che già in passato, per ottenere giustizia, si era rivolto al sindacato Filcams-Cgil di Bergamo. L’episodio che ha fatto scattare le manette all’ambulante sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie di illeciti.

Il giovane indiano all’incontro con l’ambulante si è presentato con un registratore. E. P. è cascato in pieno nella trappola e ha minacciato di non presentarsi in prefettura se non avesse ricevuto tremila euro in contanti. Il 21enne indiano ha fatto una colletta tra parenti e amici, ha raccolto il denaro richiesto ed è andato dritto dai carabinieri a denunciare l’accaduto, con tanto di audiocassetta. A quel punto è scattata la trappola e il successivo arresto.

(16/07/03)

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