Cronaca
Martedì 24 Novembre 2015
Paura a Roubaix,non c’è pace in Francia
Rapina e sequestro. «Non è terrorismo»
«Tutti gli ostaggi sono stati messi in sicurezza». Lo annuncia la prefettura di Roubaix dopo quanto accaduto nella serata nella cittadina francese. Due dei tre sequestratori sono stati fermati dal Raid, le unità speciali francesi.
La Francia ripiomba nella psicosi del terrorismo. Sono circa le venti di martedì 24 novembre quando i media transalpini lanciano l’allerta. Un commando di tre uomini muniti di kalachnikov - uno verrà ucciso dalle teste di cuoio - si asserraglia in un’abitazione di Roubaix, nel nord della Francia, vicino al confine col Belgio, in seguito a una rapina finita male. Sul posto vengono subito inviate le forze speciali del Raid.
Scatta una sparatoria, i tre malviventi aprono una pioggia di fuoco contro gli agenti. Sul suo sito internet il quotidiano La Voix du Nord annuncia i primi feriti, poi smentiti dal ministero dell’Interno a Parigi. In ostaggio il direttore di una banca, la moglie, «i bambini», riferiscono fonti vicine all’inchiesta. Notizie mai confermate ufficialmente, almeno fino all’epilogo a tarda sera, quando la prefettura annuncia che tutti gli ostaggi sono liberi mentre un sequestratore viene ucciso dalla polizia e altri due malviventi arrestati.
Una drammatica cronaca nera ma che rispetto alla paura di nuove stragi jihadiste fanno quasi tirare un sospiro di sollievo. Per quasi tre ore ai quattro angoli della Francia in molti hanno temuto il peggio.
Già lunedì si era riaccesa la psicosi terrorismo con l’uccisione di un agente della polizia doganale freddato da un trafficante d’armi a Tolone. Martedì sera la paura di un nuovo assalto di matrice jihadista dopo la mattanza che a Parigi ha causato 130 morti si è fatta ancora più forte.
Complice anche la vicinanza di Roubaix col Belgio. È proprio da queste parti che si sono perse le tracce di Salah Abdeslam, lo jihadista ancora a piede libero che ha partecipato alla mattanza nei bar e ristoranti nel cuore della Ville Lumière, o l’altro ricercato Mohamed Abrini. A smorzare per primo l’angoscia è stato il municipio di Roubaix assicurando che si trattava solo di un tentativo di rapina finito male. «In teoria, non c’è nessun legame con gli attentati terroristici» di venerdì 13 novembre, hanno assicurato i responsabili del comune. Intorno alla casa è stato eretto un vasto perimetro di sicurezza. A Roubaix sono intervenute le stesse unità speciali che appena una settimana fa, mercoledì scorso, hanno partecipato al blitz nel covo dei terroristi sulla Rue du Corbillon, nel centro storico di Saint-Denis, alle porte di Parigi. Mentre su Twitter molti sfogano l’angoscia ironizzando sullo scarso livello di questi «criminali da strapazzo», gente non particolarmente brillante, che ha deciso di passare all’azione proprio al confine col Belgio, in una delle zone più sensibili della République, setacciata giorno e notte da migliaia di uomini dell’antiterrorismo.
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