Ancora ritardi e treni come forni
Il Pd: «Colpa della Giunta Maroni»

Ancora ritardi e treni-forno per i pendolari bergamaschi che stanno vivendo un’estate decisamente incandescente. E il Pd punzecchia Sorte: «I problemi sono colpa della Giunta Maroni e non del Governo».

«Scrivo l’ennesima mail per lamentarmi della truffa legalizzata che Trenord sta perpetrando da anni con il tacito consenso di chi ci governa. Dopo il consueto viaggio di stamattina senza aria condizionata e finestrini apribili a 40 gradi, mi trovo per il ritorno in stazione a Milano Lambrate insieme agli altri miei compagni di viaggio a guardare un monitor in attesa di un treno fantasma...».

«Del treno per Bergamo delle 17,49 non c’è infatti traccia. Dopo 13 minuti, sono infatti le 18,02, non si sa ancora nulla, nessun annuncio e nessuna segnalazione sui monitor. L’unica cosa che si sono premurati di fare è stata quella di rimuovere l’orario dai monitor in modo che chiunque faccia la foto non è in grado di dimostrare che i treni sono in ritardo... Loro quindi non segnalano il ritardo e la mettono in quel posto a tutti...»

«Il treno è arrivato mezz’ora dopo, naturalmente senza finestrini che si possono abbassare e senza aria condizionata. È uno schifo e nessuno fa nulla». Ecco un tweet scherzoso sull’argomento postato proprio lunedì 20 agosto. Sono molti i treni ad aver accumulato ritardi.

Sull’argomento treni è arrivata una precisazione del Pd. «Se il sistema ferroviario regionale non è in grado di garantire livelli accettabili è responsabilità della Giunta Maroni, il Governo non ha tagliato nemmeno un euro dal fondo nazionale trasporti». Così l’onorevole Elena Carnevali e il consigliere regionale Jacopo Scandella commentano le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Mobilità Alessandro Sorte rilasciate a seguito della petizione lanciata dal comitato pendolari bergamasco all’ indirizzo della Giunta regionale.

«Sono mesi che ci sentiamo ripetere lo stesso ritornello - spiegano i due esponenti del Pd - : di quanto è brava la Regione che mette 50 milioni per l’acquisto di treni nuovi, che dei 63 promessi già 40 sono in funzione lungo le direttrici lombarde, di come l’indice di puntualità stia progressivamente migliorando, etc.. Ma la realtà fotografa una situazione ben diversa: dei treni nuovi ancora non è dato sapere di preciso dove sono, il numero dei ritardi e delle soppressioni è arrivato alle stelle per non parlare del sistema di raffreddamento delle carrozze non funzionante che costringe i pendolari a viaggiare in condizioni disumane. È finito il tempo degli slogan - concludono - è il momento di trovare soluzioni. Non lo chiediamo noi, ma tutti i pendolari bergamaschi stufi delle chiacchiere come dimostra la petizione #firmapendolare».

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