Appalti truccati al Comune di Milano
Il Pm chiede 4 anni per Mercadante

Il pm di Milano Tiziana Siciliano ha chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex direttore del settore Minori e giovani dell’assessorato alla Famiglia del Comune di Milano, il bergamasco Patrizio Mercadante, imputato nel processo con al centro presunti appalti truccati per la riqualificazione e la gestione delle colonie estive per bambini all’epoca della Giunta Moratti.

Il Comune di Milano, parte civile nel procedimento, oggi ha chiesto inoltre un risarcimento da 800mila euro. L’ex dirigente di Palazzo Marino, accusato di corruzione e turbativa d’asta, secondo gli inquirenti avrebbe pilotato appalti da oltre 30 milioni di euro a favore dell’imprenditore ed ex funzionario della Cisl di Bergamo Dario Zambelli, ricevendo in cambio una presunta tangente da 150mila euro. Nell’ambito dello stesso procedimento, lo scorso 15 aprile Zambelli aveva patteggiato la pena di un anno e 10 mesi di reclusione.

Nella sua requisitoria, il pm Siciliano ha spiegato di essere «desolata perché ancora una volta ci troviamo di fronte a una dissipazione delle risorse pubbliche con assoluta inerzia da parte degli organi di controllo». Secondo il pm l’ex assessore alla Famiglia del Comune di Milano Mariolina Moioli, che affidò a Mercadante la dirigenza del settore Minori e giovani, «ha perseguito un preciso piano per l’acquisizione di posizioni dominanti in alcuni gangli di potere” coltivando i legami “con l’area cattolica e con un mondo sindacale che è bacino di voti».

Attraverso la gara che secondo l’accusa sarebbe stata pilotata, Mercadante avrebbe quindi «favorito Zambelli dandogli la possibilità di usufruire di strutture pubbliche per interessi privati, ottenendo così la gratitudine di Mariolina Moioli». Mercadante è imputato, insieme all’ex assessore Moioli e ad altre 12 persone, in un altro filone dell’inchiesta coordinata dal pm Siciliano, con al centro fondi dell’assessorato destinati alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza utilizzati per spot elettorali o finiti nelle casse di alcune associazioni legate alla Compagnia delle Opere.

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