Apre la «Settimana del farmaco equivalente»

I farmaci equivalenti non hanno voce e, soprattutto, non hanno pubblicità. Stando così le cose non c’è da meravigliarsi se in Italia il consumo dei farmaci equivalenti non arrivi nemmeno al 14%, contro il 49% della Gran Bretagna o il 44% della Germania. Bergamo sta decisamente meglio, tanto che in meno di sette anni – dal 2000 ad oggi – il consumo degli equivalenti in terra orobica è passato da meno del 2% al 34,7% (ultimo rilevamento ad agosto), in linea con l’obiettivo posto dalla Regione Lombardia per l’anno in corso. Una performance, quella bergamasca, tra le migliori in Italia, che ha consentito di risparmiare sulla spesa farmaceutica quasi un milione di euro nell’anno in corso, destinati a superare i 2 milioni e 800 mila euro nel 2008, grazie all’ingresso in lista di un numero di principi attivi molto più corposo dell’attuale. Calcolare i risparmi è comunque difficile, per le oscillazioni quasi quotidiane che il mercato registra, ma a livello generale si può tuttavia dire che l’utilizzo dell’equivalente consente un risparmio di circa il 40%.L’Asl di Bergamo vuole spingere ulteriormente il consumo dell’equivalente per arrivare almeno al 40% dell’utilizzo complessivo. Di tutto ciò si parlerà alla «Settimana del farmaco equivalente», che prenderà il via sabato prossimo, con un convegno in programma dalle 9 alle 12.30 all’Auditorium del Seminario vescovile di via Arena 11 (in Cuittà Alta). Al convegno prenderanno parte, tra gli altri, anche il direttore dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Nello Martini, e il fondatore del Negri, Silvio Garattini, tra i più pugnaci difensori del farmaco equivalente.(13/11/2007)

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