Apre la «Macelleria di Yara»
«Mia figlia si chiama cosi»

L’insegna non passa inosservata. E non potrebbe essere diversamente. In via dei Carpinoni da poco più di un mese ha aperto una macelleria islamica con l’insegna «Macelleria di Yara». Un pugno nello stomaco. C’è chi si ferma e chiede una spiegazione.

L’insegna non passa inosservata. E non potrebbe essere diversamente. In via dei Carpinoni da poco più di un mese ha aperto una macelleria islamica con l’insegna «Macelleria di Yara». Un pugno nello stomaco. C’è chi si ferma e chiede una spiegazione, il perché di quella scelta. C’è chi chiama in causa il Comune.

Quell’insegna non lascia indifferenti. Yara per i bergamaschi non è un nome qualsiasi, Yara è lo strazio e il dolore che il tempo non è riuscito a cancellare. Yara è la tredicenne scomparsa da Brembate Sopra un maledetto 26 novembre di tre anni fa e ritrovata tre mesi dopo uccisa in un campo anonimo di Chignolo.

Ali Elanany, titolare del negozio, lo sa bene: la storia di Yara Gambirasio la conosce. Ali, da quindici anni in Italia, vive a Bergamo e ha una sorella, Abtassm, che vive a Brembate Sopra, il paese di Yara. Ali ha una figlia che a maggio compirà tre anni: la moglie Sama Abou Salma era quindi in dolce attesa quando la tragedia della tredicenne di Brembate si stava consumando.

Tutta la famiglia Elanany ha vissuto direttamente e in tempo reale il dramma, visto che Abtassm vive a pochi passa dalla chiesa di Brembate Sopra. «Io e mia moglie - spiega il titolare - siamo rimasti colpiti dalla disgrazia che ha ferito la famiglia Gambirasio. In quel periodo mia moglie era incinta e così abbiamo deciso di chiamare la nostra bimba Yara. La nostra famiglia è musulmana, ma questa vicenda ha colpito i cuori di tutti gli italiani e non solo e anche noi non potevamo restare indifferenti di fronte a questo omicidio».

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