Arma di Zogno, indagine ridimensionata
Andranno a giudizio solo 6 militari su 21

È stata ridimensionata dal gup Giovanni Petillo l’inchiesta sui carabinieri (21 quelli indagati, per lo più della Compagnia di Zogno) e sugli infermieri «talpa» di sei ospedali della Bergamasca, che per quasi 4 anni ha impegnato il pm Franco Bettini.

Sui 41 indagati finiti davanti al giudice preliminare - altre 8 posizioni sono state nel frattempo stralciate - in 19 sono stati riconosciuti estranei alle contestazioni: sei sono stati prosciolti in abbreviato, per altri 13 è scattato il non luogo a procedere.

E anche per chi continua a rimanere impantanato in questa vicenda, il fardello di accuse si è sensibilmente alleggerito. Il maresciallo Vito Cavallo, all’epoca comandante del nucleo operativo radiomobile di Zogno, ritenuto l’epicentro dell’indagine, è stato rinviato a giudizio per 15 capi d’imputazione, ma per altri 18 ha incassato il non luogo a procedere.

Esce di scena, invece, senza macchia il più illustre degli accusati, il capitano dei carabinieri Filippo Bentivogli, ex comandante della Compagnia brembana, che lunedì 22 dicembre è stato prosciolto in abbreviato da tutte le contestazioni. Lo si accusava, tra le altre cose, di aver tralasciato di intervenire a festini in cui sarebbe girata cocaina.

Nata tra fine 2009 e inizi 2010 dalla denuncia di una donna ferita in un incidente che, dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Seriate, s’era vista suonare alla porta da Gilberto Donghi, uno dei collaboratori del Cis, società di consulenza per il recupero indennizzi, l’indagine è cresciuta in maniera esponenziale. Un puzzle che non sempre gli investigatori sono riusciti a comporre.

Sette sono i militari che alla fine sono rimasti invischiati in questa vicenda processuale: i sei rinviati a giudizio lunedì . Ieri sono piovute tre pene (con sospensione condizionale) in abbreviato. Un anno e mezzo a Gilberto Donghi, 41 anni, di Ubiale Clanezzo, per concorso nella rivelazione del segreto d’ufficio; un anno per lo stesso reato a Emilio Birolini, 58 anni, di Pradalunga, caposala all’ospedale di Alzano; 5 mesi e 10 giorni per concorso in abuso d’ufficio (ma prosciolto dal favoreggiamento) a don Luciano Locatelli, all’epoca curato di Stabello di Zogno, che s’era adoperato presso i carabinieri per far riavere a un parrocchiano la patente ritirata per guida in stato d’ebbrezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA